Regia di Spike Lee vedi scheda film
Emanuela Martini,Cinema al Cinema,Film Tv:Dopo l'impegno morale(e persino un pò moralistico) di " Clockers",Spike Lee torna ai toni leggeri e disincantati della commedia.Commedia metropolitana e femminile,com'era "Lola Darling",senza lo scatto rabbioso e polemico di "Fà la cosa giusta",ma con qualcuno dei tormenti di coppia di "Jungle Fever": "Girl 6" in America è stato accolto male,considerato un film minore,una tappa deludente nella carriera del maggior regista nero americano di questi anni.Minore,d'accordo;ma non per questo da buttar via .Non ci fosse altro in "Girl &",certamente c'è lo stile di Spike Lee,che è inconfondibile,colorato e ritmato sui colori e sui ritmi della cultura afroamericana,capace di stare addosso ai personaggi senza compiacenze pietistiche ma anche senza superficialità,di ridere con cattiveria e di tenere sempre d'occhio un'indispensabile posizione morale.La storia della ragazza newyorkese che vorrebbe fare l'attrice ma non vuole spogliarsi e finisce perciò per diventare una star di un 144 erotico è anche la storia di un mondo(maschile,femminile,bianco,nero,di ogni classe sociale)che ormai vive (e soprattutto "sente")solo tramite i frammenti di un immaginario mediato,via telefono,via Internet,o neo sogni a occhi aperti,che vengono anche loro dritti(e tutti spezzati) dal cinema e dalla televisone.A ciascuno il suo,naturalmente:e l'immaginario della girl 6,nera,autonoma e decisa(davvero una Lola Darling cresciuta),ha le proprie vette nella "Carmen Jones" di Dorothy Dandridge,in Foxy Brown,corrispettivo femminile di Shaft con parruccona alla alla Angela Davis e motto "Power to the people",nella sit-com dei Robinson.Spike Lee si diverte,a prendere in giro i più sciammanati e grintosi dei personaggi hollywoodiani(Tarantino,Turturro e Madonna ,in tre cammei autopunitivi) e a sorridere del proprio personale immaginario.Sotto sotto,però,apre squarci di solitudine,di incapacità di rapporti,di distorsioni e vuoti comunicativi.
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