Regia di Eric Rohmer vedi scheda film
Racconto morale nel vero senso del termine, anche perché alla fine il protagonista sceglie di rimanere fedele alla famiglia tradizionale: anche se ci si può domandare se il tradimento non sia davvero avvenuto, sia da parte dello stesso protagonista che da parte della moglie.
Il racconto è svolto con intelligenza, linearità, avvedutezza ed aderenza alla realtà, com'è consueto per il Rohmer di questo periodo. Del regista francese continuo a non apprezzare la svolta «giovanilista» fatta dopo la metà degli anni Ottanta, ma non ho difficoltà a riconoscergli la capacità di parlare delle nostre vite, con le loro svolte improvvise e con le scelte connesse, grandi o piccole che siano, da poeta della quotidianità. E in questo periodo della sua carriera (il 1972, anno del termine della serie dei racconti morali), come ogni vero poeta, sa parlare di molto anche parlando di poco.
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