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La banda del Gobbo

Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film

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La recensione su La banda del Gobbo

di Lina
6 stelle

Film poliziesco e di mafia molto particolare, che vale la pena guardare già solo per l'ottima prova di Tomas Milian che si sdoppia in due con carisma e successo. Unico il suo personaggio, niente lo ferma.

Poliziesco anni '70 interessante, in quanto non è fine a se stesso. Non si sofferma a illustrare soltanto una storia di mafia con le sue immancabili scene di azione, inseguimenti e sparatorie, ma tra immoralità e crudezza, racconta anche la diversità e il rifiuto di una madre verso il figlio per la sua diversità.

 

Forse proprio per questo il film mi ha colpito e non sono riuscita a fare a meno di seguirlo fino alla fine. La trama ha catturato la mia attenzione nonostante io schivi da sempre il genere. E' contorta, dura, priva di autoironia, ma non estranea a momenti di grottesca tenerezza in cui il bandito Vincenzo Marazzi, detto "il Gobbo", si rivela dolce e protettivo con la sua compagna, salvata volutamente dalla strada - non a caso si è spesso vociferato che i mafiosi dimostrino di avere un cuore d'oro in talune circostanze - e dimostri anche di essere molto legato al fratello gemello, a cui finisce con il lasciare in "eredità" una cospicua somma di denaro.

 

La storia viene raccontata dal suo punto di vista, quasi come se volesse indurre gli spettatori a tifare per lui sino alla fine.

E' un protagonista che ricorda i freak di vecchi capolavori letterari e cinematografici (il Gobbo di NotreDame, il Fantasma dell'opera, The Elephant Man ecc.), e per quanto sia un personaggio negativo, la narrazione è così efficace da suscitare compassione, quasi empatia, nei suoi confronti.

 

Nonostante la sua deformità, sa cavarsela alla grande e non cerca pietà da nessuno. Cade sempre in piedi ed è sicuro di sè.

Formidabile la scena in cui riesce a districarsi nelle fogne, uscendo sano e salvo sebbene sia stato ferito.

La sua caparbietà e abilità nel fare tutto ciò che vuole mantiene alta l'attenzione al punto tale da far passare in secondo piano tutto il resto.

Appare quasi quasi come un eroino al contrario, della mafia.

 

Scene di azione e vendetta mai banali, e per fortuna, di splatter non ce n'è.

 

Impeccabile, convincente e accattivante l'interpretazione di Tomas Milian che si cimenta nel doppio ruolo di due fratelli gemelli molto diversi eppure tanto legati tra loro. Mi è piaciuto.

 

Caruccia e in parte anche Isa Danieli.

 

Un'opera curiosa, quasi unica nel suo genere, ma che non tutti forse appezzeranno.

Ben congegnato e azzeccato il finale inconcludente e lasciato un po' aperto, che fa riflettere e immaginare.

Morale: anche i diavoli hanno un cuore.

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