Regia di Edoardo Falcone vedi scheda film
Giacomo (De Luigi), un quarantenne romano di agiatissima famiglia che ha perso il padre, suicida, quando era ancora bambino, si convince che l'uomo si sia reincarnato in qualcun altro. Consultato una specie di santone (Leroy) che vive isolato a Civita di Bagnoregio, vede in un certo Mario Pitagora (Germano) la reincarnazione del padre. Mario non è che un truffatore tallonato dai suoi creditori, che - capita l'ingenuità di Giacomo - trasforma l'occasione in affare non senza qualche guizzo di fantasia e sprazzi di intelligenza. Ma la messa in scena diventa talmente colossale da essere insostenibile.
Dopo Se Dio vuole, il cinema di Edoardo Falcone continua a ruotare intorno a spunti di carattere religioso/spirituale per scrutarne con occhio svagato le implicazioni nell'esistenza delle persone. Come nel film precedente, anche qui non manca una morale sottolineata in maniera piuttosto didascalica: siamo noi a dover diventare "padri di noi stessi" e a decidere come governare la nostra vita. Messaggio per anime belle, che non viene temperato a sufficienza da un intreccio con più di una balordaggine (perché mai la sorella di Giacomo è lesbica?), pochissimi spunti di originalità ma con la consueta prova maiuscola di Elio Germano, che da solo vale metà del prezzo del biglietto.
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