Regia di Edoardo Falcone vedi scheda film
Un riccone, ossessionato dal suicidio paterno avvenuto quando era piccolo, tramite un sedicente medium scopre che l'anima del padre si troverebbe ora dentro a un tizio del tutto inaffidabile, un simpatico truffatore che naturalmente gli estorce subito quanti più soldi possibile. Fra i due nasce comunque una profonda amicizia.
"La vita è così: si nasce e si muore. Bisogna accettarlo". La morale - affidata alla maldestra voce off di Fabio De Luigi, che incomprensibilmente sembra ubriaco nel tono - è desolante, a dir poco elementare, perfino inquietante nel ricorrere alle parole del bar per tirare una somma esistenziale. Tanto che l'ultima sequenza riesce a far dimenticare quel che di buono c'è in tutto il film, che a conti fatti non è neppure poco: De Luigi ed Elio Germano, tanto per cominciare, sono due interpreti eccellenti e non è colpa loro se i loro personaggi sono stilizzati, privi di spessore e soprattutto se al primo tocca vestire per l'ennesima volta gli stessi panni dell'eterno ragazzone bonaccione e un po' tonto. Va poi sottolineata la confezione del lavoro, che si giova della fotografia di Maurizio Calvesi, del montaggio di Luciana Pandolfelli e delle musiche di Michele Braga: tutto ben fatto. Apprezzabili anche le scelte di casting per i ruoli di contorno: Stefania Sandrelli, Eros Pagni, Isabella Ragonese e, in poco più che una comparsata, troviamo anche Philippe Leroy. Ma le note dolenti sono inevitabili, andando a osservare la precarietà del materiale narrativo, con una trama che prende spunto da una trovata minimale (un uomo alla ricerca dell'anima reincarnata del padre) e si sviluppa con prevedibilità e accenti patetici che lasciano intuire l'ambizione 'popolare' - non in accezione propriamente positiva, qui - dell'opera; sceneggiatura firmata da Marco Martani ed Edoardo Falcone. Quest'ultimo è alla sua seconda prova registica, a due anni di distanza da Se Dio vuole, e mostra ancora tutto il retaggio di un decennio trascorso a scrivere cinepanettoni e telefilm come I Cesaroni. 3/10.
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