La recensione su Questione di karma

di Piace91

5 stelle

Carino, garbato, posato. Una favoletta della buonanotte condita da bei personaggi e tanta tenerezza. Purtroppo, un ritmo compassato, un'andatura blanda e una spiccata tendenza a girare un po' a vuoto limitano moltissimo un film che poteva ambire a un risultato migliore. Giacomo (Fabio De Luigi) è il rampollo di una famiglia di industriali. Dopo aver assistito al suicidio del padre a soli quattro anni, vive una vita al riparo dal mondo esterno: coltiva mille interessi, legge moltissimo e non si interessa minimamente agli affari di famiglia, al contrario della sorellastra Ginevra e del nuovo marito della madre, Fabrizio. Patito di induismo, Giacomo contatta uno studioso e sensitivo per conoscere il nome della persona in cui si è reincarnato il padre. Trattasi di Mario (Elio Germano), spiantato sempre alla ricerca di soldi, che approfitterà della situazione per scucire quattrini al "figlio". Sulla trama c'è poco altro da dire, gli snodi sono pochi e il film si trascina fiacco verso la fine. Va bene la leggerezza e l'approccio favolistico e pacato, ma non al punto di rendere un film così noioso.

Dall'altra parte, ci sono alcuni punti a favore. Innanzitutto la ricercatezza dello humour, mai affidato a battute sgraziate o comicità corporale, ma frutto di un lavoro di scrittura accurato e, soprattutto, di una buona sapienza di montaggio (ottima gestione dei tempi in alcune scene) e di tempi comici da parte degli attori. Tra loro spiccano soprattutto i secondari: Eros Pagni nei panni di Fabrizio è straordinario e regala momenti teatrali di commedia, Isabella Ragonese è un'eccellente manager femminile che pian piano scopre una grande umanità nonostante il ruolo imprenditoriale che ricopre; brava la Sandrelli, così come Massimo de Lorenzo nel ruolo di spalla comica. Elio Germano funziona bene con un personaggio vivace che cozza col gigione colto ma imbranato interpretato da De Luigi, sicuramente in parte ma alla lunga stancante. Tutti questa allegra brigata ruota attorno al denaro: al rapporto che hanno con esso e come questo abbia plasmato le loro vite. Interessante vedere come chi non è in controllo dei propri soldi - o perché non se ne cura, o perché non li sa gestire - conduca un'esistenza ai limiti della normalità, in una società che dal denaro è strutturata.

In definitiva, la raffinatezza delle situazioni comiche e i tratti posati di questa commedia non la salvano totalmente. Il film è preda di una sceneggiatura senza sugo e di ritmi troppo compassati. Bravi gli attori, buona la scrittura. Ottimo il fotogramma conclusivo, che salva un finale altrimenti patetico.

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