Regia di Wes Craven vedi scheda film
Tra i brividi dell'orrore e il fascino seducente della love story vampiresca, l'improbabile duo composto da Wes Craven e Eddie Murphy sforna una lussuosa e pretestuosa versione all black del mito di Dracula, prevedibile, farraginosa ed inutilmente sfarzosa. Craven intendeva cimentarsi con i tempi e i ritmi della commedia, mentre Murphy desiderava sperimentare le sue capacità di adattamento agli spaventi e alla tensione dei thriller: ne vien fuori uno scialbo e grottesco ibrido tra entrambi i generi, irrisolto negli intenti parodistici e fiacco nella sua goffa presunzione di terrorizzare (nonostante le promettenti sequenze iniziali evochino bagni di sangue e suspense), oltre che servito pessimamente dallo script ideato dalla famiglia Murphy (oltre a Eddie, infatti, ne sono autori il fratello maggiore Charles Quinton Murphy ed il patrigno Vernon Lynch, oltre ai due sceneggiatori Michael Lucker e Chris Parker), maldestro e scontato nel suo ondivago altalenare tra comicità stantia e macabre suggestioni. Restano l'arguzia e le grasse risate di qualche gag (la predica del vampiro incarnatosi in un prete) e la notevole fotografia notturna curata da Mark Irwin. Il resto è noia.
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