Regia di Ava DuVernay vedi scheda film
Un'ignobile parata di dialoghi aberranti e sconclusionati, morali stantie, situazioni buttate là e personaggi per i quali è impossibile tifare.
Si frullino insieme Interstellar (il tempo e lo spazio che separano una figlia dal padre), La storia infinita (la lotta della luce contro il buio) e Il mago di Oz (le bislaccherie visive, i colori abbaglianti e il sogno come lente per capire la propria realtà) ed ecco spuntare un'indigesta poltiglia tra fantasy e avventura che non sa intercettare alcun pubblico: gli adulti storcono il naso, i piccoli si stufano subito (il flop ai botteghini era intuibile). Curato da Jeff Stockwell e in seguito risistemato da Jennifer Lee, lo scialbo adattamento del famoso romanzo di fairy science fiction di Madeleine L'Engle è un'ignobile parata di dialoghi aberranti e sconclusionati, morali stantie, situazioni buttate là e personaggi per i quali è impossibile tifare. Gli effetti speciali sono spesso un piacere per lo sguardo, ma dover vedere interpreti di chiara fama (Chris Pine e Reese Witherspoon), promesse in crescita (Storm Reid e Levi Miller) e ottimi caratteristi (Oprah Winfrey, Zach Galifianakis e Michael Peña) sprecati così è davvero un brutto colpo. Per non parlare della pretesa di tirare fuori la commozione in extremis per salvare la baracca. Dopo il promettente debutto con Selma, Ava DuVernay s'impantana in un lavoro su commissione che non le si confà, se non per il flebile orgoglio black all'origine di discutibili (in quanto pleonastiche) decisioni di casting imposte dall'istinto disneyano del politicamente corretto ad ogni prezzo.
Musica di Ramin Djawadi (Iron Man).
Film SCADENTE — Voto: 3
VISTO al CINEMA
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