Regia di Louis-Julien Petit vedi scheda film
Tratto dal romanzo “Les visages écrasés” pubblicato nel 2011 e prodotto dall’emittente televisiva franco-tedesca ARTE, nonché dalla stessa Isabelle Adjani, “Carole Matthieu” è un durissimo film sul mondo del lavoro dei giorni nostri. Ambientato nel call center di una grossa azienda di vendite via internet, racconta la tragica esperienza di un medico del lavoro, che non esita a compiere un omicidio pur di far emergere le vessazioni di cui sono capaci i dirigenti nei confronti dei loro salariati. Pur non essendo espressamente evocata, la vicenda non può non rimandare alla memoria l’ondata di suicidi verificatisi presso l’azienda statale France Télécom tra il 2008 e il 2009. Ricatti, mobbing e burn-out sono all’ordine del giorno, fino a travolgere anche la sola persona che tenta di denunciarli. Il tono è quello di un thriller sociale, interamente supportato dalle forti spalle di Isabelle Adjani che, abbandonata definitivamente l’immagine della star sensuale e accativante, si cala in un ruolo drammatico e profondamente umano, di cui si era già dimostrata capace nel precedente “La journée de la jupe”, nel 2009. Il film lascia l’amaro in bocca, induce lo spettatore a riflettere su cosa sia diventato il mondo del lavoro nelle nostre società. A dire il vero, non lascia spazio alla minima speranza. Buona interpretazione da parte degli attori, tutti sconosciuti, ad eccezione della straordinaria Corinne Masiero, che ebbi l’occasione di scoprire e apprezzare nel sorprendente “Louise Wimmer” di Cyrill Mennegun nel 2011. Qui, nel ruolo della responsabile delle relazioni umane della ditta, è perfetta e tremendamente inumana.
Prima della sua uscita nelle sale francesi il 7 dicembre 2016, il film può essere visto gratuitamente nei prossimi cinque giorni sul sito di ARTE.
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