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It Comes at Night

Regia di Trey Edward Shults vedi scheda film

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La recensione su It Comes at Night

di mck
8 stelle

La danza macabra del memento mori: non con un bang, ma con un conato.

 

 

Apocalisse in corso ("le Temps du Loup") - Vieni, c'è un nido nel bosco / 3 : "InTo the Forest" (BlackOut Permanente / Canada) – "the Survivalist" (Crisi Petrolifera / United Kingdom) – "It Comes at Night" (Pandemia / U.S.A.).   

 

 

Il film.
Il mondo (degli esseri umani, ma non solo: di certo anche quello dei Canis lupus familiaris) è cambiato, e anche il corpo e la mente di Travis stanno subendo un mutamento: l'inabissarsi nel completamento dello sviluppo puberale e il conseguente affacciarsi sulla fine dell'adolescenza. In più, lui, accompagnato dallo sfumare a nero della regia, sogna.   

 

 

E disegna imago (dal magnifico anonimo Trionfo della Morte palermitano del XV° secolo a quell'omonimo e "derivato" di cent'anni successivo di...  

 

 

...Pieter Bruegel il Vecchio, appeso a una parete di camera sua e inq.to più volte sia di passaggio sullo sfondo sia in p.p. con lente carrellate panoramiche, passando per Hieronymus Bosch: la propria versione a carboncino burtoniano) di (un) futuro incombente.  

 

 

Note tecniche.
Trey Edward Shults (nell'ultimo decennio assistente tuttofare del compaesano texano Terrence Malick), al secondo lungometraggio -[dopo alcuni corti tra i quali quello che porterà all'opera d'esordio, “Krisha”, tutti interpretati da zia Fairchild (oltre che dallo stesso Shults), assistente da una vita di Nancy Sinatra e poi “scopertasi” ottima attrice]- scritto, diretto e co-montato, convince con questo “It Comes at Night”, interpretato ottimamente da Joel Edgerton, il padre  

 

 

-[attore, sceneggiatore e regista – una figura assimilabile a una mezza via tra lo stakanovista James Franco e il più parco Taylor Sherydan –, e fratello minore di Nash (anche e soprattutto stuntman), ha interpretato e/o scritto e/o diretto, in ordine “sparso” ma cronologico: “Ned Kelly” (G.Jordan; i), “K.Arthur” (A.Fuqua; i), “Star Wars II & III” (G.Lucas; i), “Smokin' Aces” (J.Carnahan; i), “the Square” (N.Edgerton; i/s), “Animal Kingdom” (D.Michôd; i), “Zero Dark Thirty” (K.Bigelow; i), “the Great Gatsby” (B.Luhrmann; i), “the Rover” (D. Michôd; s), “Exodus” (R.Scott; i), “Life” (A.Corbijn; i), “the Gift” (i/s/d), “Black Mass” (S.Cooper; i), “Jane Got a Gun” (G.O'Connor; i/s), “MidNight Special” e “Loving” (Jeff Nichols; i), “Bright” (D.Ayer; i), “Red Sparrow” (F.Lawrence; i), “Gringo” (N.Edgerton; i), “Boy Erased” (i/s/d)]-,  

 

 

Carmen Ejogo, la madre (“Alien: Covenant”, “the GirlFriend Experience” e la prossima 3a stag. di “True Detective”), Kelvin Harrison, Jr., il figlio (i prossimi “JT Leroy”, “Jinn” e “Luce”), David Pendleton, il nonno (caratterista di lungo corso, sia in tv che al cinema, attivo soprattutto negli anni '70: “Abduction” e “YoungBlood”),  

 

 

Christopher Abbott, l'altro padre (“Martha Marcy May Marlene”, “A Most Violent Year”, “James White”, “Girls”), e Riley Keough, l'altra madre (“Mad Max: Fury Road”, “the Girlfriend Experience”, “American Honey”, “the Discovery”, “Logan Lucky”, “Under the Silver Lake”).    

 

 

Senza scordarsi di...Black Phillip, direttamente da "the Vvitch".   

 

 

Fotografia di Drew Daniels (“Krisha” , “the Big Spoon”, “Inheritance”, “Here We are”, “Vulture Club”, “Arizona”). Montaggio di Matthew Hannam (“AntiViral”, “Enemy”, “James White”, “Swiss Army Man”, “the Expanse, “the OA”, “It Comes at Night”, “WildLife”) e, come detto, dello stesso Trey Edward Shults. Musiche di Brian McOmber (“A Teacher”, “Ugly”, “Krisha”, “Little Woods”). 

 

 

Producono Animal Kingdom (“Paterson”, “It Follows”, “Louder than Bombs”) e A24 (“Spring Breakers”, “the Bling Ring”, “Enemy”, “the Rover”, “Tusk”, “Ex Machina”, “Under the Skin”, “Room”, “the Vvitch”, “Slow West”, “Remember”, “Krisha”, “the Lobster”, “De Palma”, “Swiss Army Man”, “InTo the Forest”, “the Sea of Trees”, “American Honey”, “Free Fire”, “the BlackCoat's Daughter”, “A Ghost Story”, “WoodShock”, “the Florida Project”, “the Killing of a Sacred Deer”, “Lean on Pete”, “the Disaster Artist”, “Lady Bird”, “How to Talk to Girls at Parties”, “Under the Silver Lake”).  

 

 

La danza macabra del memento mori: non con un bang, ma con un conato.  

 

 

* * * (½) ¾ - 7 ½     

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Ultimi commenti

  1. Carica precedenti
  2. ezio
    di ezio

    Appena visto,mi e' piaciuto ed e' vero che il ragazzino sia al centro del film,grazie Matteo del tuo approfondimento.

    1. mck
      di mck

      "A proposito"...
      http://www.the-numbers.com/movie/It-Comes-at-Night#tab=international
      Australia, Messico, Russia, Regno Unito, Spagna... Ma pure Germania, Corea del Sud...
      Per ora (a parte la solita provincia di Campobasso e dintorni, fortunelli) una distribuzione per l'Italia penso sia un miraggio (c'è il blu-ray d'importazione, ma ovviamente è un regione A/1, e - ma è l'ultimo dei problemi - senza sub ita).

  3. mck
    di mck

    PS. Un grazie a @maurizio73 per l'explanation del titolo (a domanda, risponde: lo userò più spesso, ed è pure gratis! Per la serie "quando ce l'hai sotto al naso": IMDb Trivia!?).

    "Più giocato sulla tensione del non detto e attraversato dalle atmosfere mortifere di un onirismo tanatoerotico, si struttura nell'alternanza tra le pause di riflessione della diffidenza e le accelerazione adrenaliniche della sopravvivenza, tra autoreclusioni per la reciproca sicurezza e quarantene rudimentali per evitare il contagio e, fra questi momenti, gli intermezzi di inquiete pulsioni adolescenziali come squarci di consapevolezza onirica, momenti precognitivi di una camera dalla porta rossa che nessuno avrebbe dovuto mai attraversare. L'allusione alla citazione paolina del titolo non a caso prelude al duplice simbolismo di una disgrazia che si insinua nottetempo nella casa di chi ha perso la fiducia nel prossimo, ma soprattutto della tragica ineluttabilità di una generosità d'animo ancora incontaminata (quella della pubertà che prende fra le braccia il bambino e coltiva fantasie sul corpo della giovane madre) destinata a trovare nella contaminazione e nella malattia le orribili piaghe di un destino già segnato." //www.filmtv.it/film/135785/it-comes-at-night/recensioni/904394/#rfr:film-135785

    Nuovo Testamento, San Paolo di Tarso, Prima Lettera ai Tessalonicesi, 5.1-3:
    (1) Riguardo poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; (2) sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. (3) E quando la gente dirà: «C’è pace e sicurezza!», allora d’improvviso la rovina li colpirà, come le doglie una donna incinta; e non potranno sfuggire.

    1. mck
      di mck

      Addenda.

      “Il fatto che suoni fico è parte dell'origine del titolo.”
      https://youtu.be/qQ0_74QNSBg

      ¯\_(ツ)_/¯

  4. undying
    di undying

    Personalmente non l'ho gradito ma ho letto con piacere la tua precisa e interessante opinione. Tanto più che trovo interessante quando qualcuno è sull'altro lato della barricata. E le tue argomentazioni non fanno una grinza.
    Ciao.

    1. mck
      di mck

      Ciao, ti rispondo anche qua oltre che in coda al tuo pezzo - https://www.filmtv.it/film/135785/it-comes-at-night/recensioni/934641 -, sia per una mera questione di praticità sia perché il tuo scritto (e ovviamente grazie per il pezzo: nulla importa s'è in linea o meno col pensiero del lettore, ché se ben argomentato ed è questo il caso stimola delle riflessioni) ha cmq. messo in moto qualche rotellina...

      Scrivi: “Una brutta moda recente prevede che le sceneggiature horror (o pseudo tali come in questo caso) siano prive di un punto di partenza. Pertanto le risposte a come, perché e quando sono tutte negate. Anche qui Trey Edward Shults sceglie questo tipo di impostazione, già malfunzionante in una valanga di horror precedenti (inarrivabile Death within, 2014) e contemporanei (al limite della sopportazione A quiete place, 2017). La cosa fastidiosa è che tutto il film ruota attorno ad un canovaccio sintetico e quindi per nulla in grado di favorire un ritmo meno che soporifero. Nell'arco di novanta minuti, fatta eccezione per una subliminale scena drammatica iniziale (il rogo del patriarca) e una -altrettanto sintetica e drammatica- conclusiva, It comes at night si arrampica sugli specchi con sei protagonisti persi nel silenzio del bosco, e ovviamente prolifici in dialoghi caratterizzati da estenuanti OK (It's ok! The World is at the end but... yes, everything will be fine). Nell'opera non c'è traccia di questioni etiche, e cade nel patetico il tentativo di dare un taglio sociologico al twist finale.”

      A parte la questione tecnica del titolo, derivato da una citazione biblica (Nuovo Testamento) - nozione che ho rubato a @Maurizio73 qua sopra -, che non è da intendersi letteralmente (“notte” qui sta per “all'improvviso”, “quando meno te l'aspetti”, e “ti troverà impreparato”: e, per contro, il finale è proprio la...letterale messa in scena del titolo), ribatto s'un punto in particolare: il “come, perché e quando”. Esagerando all'inverso potrei risponderti: ma che importa? I protagonisti lo sanno, forse, ma non possono farci nulla, ed altresì, anche se lo spettatore fosse messo a conoscenza del “come, perché e quando”, cosa cambierebbe?

      “It Comes at Night” non lavora sul concetto di “soluzione del problema”, tipo, che so, per citare né un buon/ottimo film né una ciofeca totale (e cmq. siam più dalle parti della seconda definizione) “World War Z”, ma su quello di “resistenza ad un nemico esterno/interno”, ovvero sul come un nucleo comunitario/famigliare cerca di sopravvivere a malattia, guerra, catastrofe di sorta che sia.
      Ma non è questo il punto, perché ci sono molti film che nulla spiegano e sono riuscitissimi, e film che tutto spiegano e risultano pessimi. Esempio pratico. Un film che “tutto spiega” è “Contagion”, e l'ho trovato ottimo. Un altro, “A Quiet Place”, da te citato, che spiega a metà (ed è proprio la parte della spiegazione la migliore: quei ritagli di giornale appesi alle pareti che passano da “Missing” - i primi giorni dell'invasione - a “Silenzio! È il rumore!”, a colonizzazione oramai avvenuta), è solamente sufficiente perché non dice altro di nuovo dal punto di vista comportamentale, come invece a mio avviso fa, nel suo piccolo, “It Comes at Night”.
      Un caro saluto (in caso ci si becca, di qua o di là).

    2. undying
      di undying

      Beccato già di là :)
      Ad ogni modo un passaggio anche qui ci sta molto volentieri. È un piacere quando si può discutere con reciproca stima rimanendo su differenti posizioni. È costruttivo, almeno credo.
      Ciao

  5. undying
    di undying

    Condivido però la bella scelta da parte del regista di inquadrare più volte l'opera di Pieter Bruegel. Quello è un momento sicuramente evocativo...

  6. mck
    di mck

    Ezio/1: "mi è piaciuto" - 21/11/'17
    Ezio/2: "una porcheria immane" - 09/12/'18
    Ezio/3: "Se perdo lascio la politica."
    Ezio/4: "Mi ricandido per il bene del Paese."
    Ezio/5: "Vesuvio lavali col fuoco!"
    Ezio/6: "E lasciami un po' di salciccia e friarielli, eccheccazzo, Giggì!"

    Si scherza, ma pure tu non scherzi, eh.

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