Regia di Trey Edward Shults vedi scheda film
CINEMA OLTRECONFINE
Una minaccia letale ma scientemente non identificata, ha eliminato gran parte della popolazione del pianeta in una contemporaneità che parrebbe corrispondere al nostro quotidiano.
I sopravvissuti, che ci pare di capire siano pochi, si sono ormai abituati a tirare avanti senza elettricità e acqua corrente.
Tra costoro, ci è concessa solo la possibilità di conoscere Paul e la sua famiglia, che vivono in una casa isolata, anzi sprangate in corrispondenza di porte e finestre, immersa entro una fitta boscaglia. Il capo famiglia è un ex insegnante che cerca in tutti i modi di dare una vita tranquilla alla moglie Sarah e al figlio Travis, imponendo a loro delle regole ferree, ma foriere di una buona probabilità di sopravvivenza: tra le molte, spostarsi solo in coppia, con a portata di mano maschere antigas e mai di notte, mangiare insieme due volte al giorno, e, per entrare e uscire di casa, utilizzare solo la porta rossa, unica possibilità di accesso dall'esterno.
La loro tutto sommato ordinaria quotidianità viene minata dall'arrivo di una giovane famiglia disperata in cerca rifugio: due coniugi ed in bimbo. Nonostante le migliori intenzioni di entrambe le famiglie, la paranoia e la diffidenza prendono il sopravvento e il giovane Travis scoprirà ben presto che gli orrori esterni saranno nulla in confronto a quelli interni alla casa.
Spunti apocalittici certo non nuovi, atmosfere horror che ricordano un po' il serial anni '70 I sopravvissuti, ed il futuro devastato delle pagine intrise di orrore di Corman Mc.Charthy, ma forti di dettagli accurati e di una scenografia che sa proiettare lo spettatore in una dimensione da fiaba gotica piuttosto affascinante e colma di tensione.
It come at night ci proietta nell'orrore che cresce e si definisce con calma e secondo un approfondimento scandito con rispetto dei ritmi che assicurano il mantenimento di un alto tasso di suspence.
Tenuto conto che nell'abbondante produzione contemporanea spesso standardizzata inerente il genere horror, il riuscire a far paura e a creare le basi più consone per favorire una tensione palpabile, o almeno indispensabile, non è più una certezza da dare per scontata, riconosciamo al giovane regista Trey Edward Shultz di esserci riuscito, anche grazie ad un saggio e soppesato scansionamento degli eventi e ad un centellinato svelamento di particolari o curiosità che diventano la vera ossessione dello spettatore, in attesa spasmodica che qualche dettaglio gli venga concesso almeno di striscio.
Gli attori sono validi, anche se di fatto riconosciamo solo il buon Joel Edgerton, un po' imbolsito ed inselvatichito a causa degli inevitabili nuovi ritmi e stili di vita richiesti dalle circostanze per far fronte alla minaccia.
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