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It Comes at Night

Regia di Trey Edward Shults vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su It Comes at Night

di Baliverna
7 stelle

Una misteriosa epidemia ha distrutto, prima dei corpi, i rapporti umani e la fiducia tra le persone.

È un po' problematico e con difetti, ma mi è piaciuto. L'immaginare un'epidemia terribile, ma i cui sintomi rimangono non del tutto chiariti, scoppiata per cause non specificate in un futuro vicino è sicuramente buona. Ciò che non viene specificato contribuisce a rendere la situazione più inquietante e infida.

Lo stesso mi sento di dire di alcuni episodi che accadono durante lo svolgimento del film: il cane che viene a contatto con non precisati uomini o animali, e l'episodio del bambino sonnambulo, che rimane avvolto nel mistero. Similmente, rimane il dubbio anche sul fatto del fratello della famiglia che sopraggiunge, ma non voglio anticipare troppo.

La tensione è costante e non molla mai, come il senso di minaccia anche nei momenti apparentemente più rilassati per la vita dei protagonisti. Oltre che il pericolo esterno, infatti, vi è anche quello interna, perché ciascuno dei personaggi può trasformarsi in un contagiato e in un pericolo per gli altri. Precisato questo, è evidente che l'epidemia ha deteriorato i rapporti umani e distrutto la fiducia tra le persone. L'obiettivo supremo di ciascuno è la propria sopravvivenza di singolo, per perseguire la quale ogni precauzione è lecita e non eccessiva. Tra di esse è l'uccisione a sangue freddo di infetti (o presunti tali, mi sentirei di aggiungere). Inoltre, qualunque estraneo è di per sé una minaccia, ed è da uccidere anche solo in via precauzionale. La comunità umana, e ogni valore ad essa connesso, si sono dissolti o sgretolati. La psicosi e la paranoia fanno il resto: l'epilogo è infatti eccessivo e paradossale, e il dubbio sull'inutilità della tragedia non è piccolo. Il comportamento del personaggio principale, con il suo estremismo precauzionale, ha più di qualche ombra. In ogni caso, la disperazione è tutto ciò che rimane e il finale è uno di quelli che stringono lo stomaco.

Uno dei limiti di questo film è secondo me l'ambientazione, troppo vaga e sicuramente mal sfruttata dal regista. La casa è indeterminata, sia esternamente che internamente, con gli interni inquadrati poco e come per caso; anche il bosco è uno sfondo quasi casuale e poco mostrato. Un horror con un'ambientazione così vaga brucia, secondo me, una delle carte che aveva a disposizione. Qui gli attori sono gli assoluti protagonisti, e con essi i roghi di cadaveri, quelli sì plastici e ben inquadrati. Ben concretizzato è anche il clima di sospetto reciproco che regna tra i personaggi.

In ogni caso, consiglio questo film, tenendo presente che è di quelli che suscitano opinioni diverse e che fanno inevitabilmente discutere.

 

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