Regia di Pasquale Festa Campanile vedi scheda film
Quasi una fiabetta per questo film scritto da Ottavio Jemma ed Enrico Oldoini, nel quale Festa Campanile e Milian tentano di 'rivalutare' il personaggio di Nico Giraldi: impresa disperata, se non impossibile. Qui il nostro eroe si chiama Gino ed è un incallito ladruncolo burino, ma poco cambia davvero dall'ispettore Giraldi: è pur sempre un pessimo esempio ed un grande, infaticabile tombeur de femmes. Del resto anche Giraldi cominciò così, da delinquentello: Manolesta potrebbe essere quasi preso come un prequel delle avventure dello sbirraccio violento, ma buono che in quel periodo Milian impersonava con cadenza pressochè annuale. Si ridacchia meno che nella saga, in cui Bombolo fa da spalla: qui Milian è da solo; scontato il lieto fine, poca la sostanza, ma quel poco non si può dire riuscito male.
Gino è un poveraccio burino roman(esc)o con figlioletto a carico; la moglie se n'è andata e un'assistente sociale, preoccupata dalle condizioni di vita raccontate dal bambino in un tema scolastico, decide di indagare su Gino. Disonesto e sboccato, l'uomo metterà la testa a posto per l'assistente sociale, sposandola.
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