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La confession

Regia di Nicolas Boukhrief vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su La confession

di alan smithee
6 stelle

"Il diavolo e l'acqua santa" o ancora "Il diavolo è femmina"... si potrebbe azzardare. Ma La Confession si risolve invece in una storia d'amore più concettuale che vissuta, in grado di condizionare, nel bene, una vita apparentemente ostile alla dottrina religiosa e al rito cattolico. Ottima intesa tra i due protagonisti, sexy ma senza strafare.

Francia oggi: un giovane prete deve disdire una cena di famiglia per recarsi presso una anziana morente che desidera comunicarsi e ricevere l'estremo sacramento. La donna tira fuori tutte le energie restanti per raccontare al giovane prelato la sua storia.

Francia 1944: gli alleati avanzano e i tedeschi cercano di resistere nel nord del paese. Agguati e imboscate lasciano al suolo vittume spesso innocenti.

Barny è una giovane bella impiegata dell'ufficio postale che scandalizza le colleghe per le sue idee progressiste di stampo comunista, e madre di una bimba con un compagno dissidente sparito, forse morto in una retata tedesca.

La morte del vecchio parroco porta in paese il giovane e seducente Leon Marin, bello, serio e preparato, che piace subito a tutte le donne di ogni età del villaggio.

Barny lo sfida entrando in chiesa per imbarazzarlo e metterlo in difficoltà, ma presto ne rimane sedotta, e cede di fronte ai modi pacati ma decisi e solari del prelato, affascinata dall'aplomb del giovane, sostenuto sempre da valide argomentazioni.

La ragazza ne è attratta e si convince a persuaderlo a convertirla, per avere modo di frequentarlo.

Ne nascerà una storia casta, ma forte di una passione condivisa, anche se inaccettabile: il nuovo parroco infatti non è il solito donnaiolo impenitente, ma l'attrazione per la splendida Barny è difficile da rifuggire o rinnegare.

Forte di una interessante ambientazione ben calata nelle realtà di paese di quei momenti incandescenti ed insanguinati del secondo conflitto mondiale, La Confession rifugge con stile sia le tentazioni hitchcockiane qui decisamente fuori luogo, ma si tiene pure e con orgoglio fuori da pamphlet zuccherosi e stupidamente pruriginosi alla Uccelli di Rovo.

Il regista Nicolas Boukhrief, esperto in polar e polizieschi, costruisce un film dalla forte connotazione storico-politica e narra con finezza una storia d'amore impossibile e per questo (oltre che per le ragioni del conflitto) interrotta nelle sue sfaccettature materiali, ma lunga e assiduamente coltivata per tutta una vita.

Non è un mistero ritrovare a fine film l'anziana donna con l'omino stilizzato costruito dal prelato attorcigliando un filo di ferro, regalo istintivo di Leon alla figlia di Barny, ma finito per assurgere ad un simbolo quasi sacro per la donna.

Contribuiscono alla buona riuscita del film i due affascinanti protagonisti: un Romain Duris dalle sembianze gradevolmente volpine che porta con disinvoltura la casacca nera, e la splendida Marina Vlach vista in Giovane e Bella di Ozon, bellezza perfetta e preziosa dai lineamenti incredibilmente perfetti.

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