Regia di Terence Hill vedi scheda film
Thomas è un anziano ancora pieno di voglia di vivere, ma al momento in cerca di un luogo ove poter riflettere e riposare in solitudine. Pertanto, con la sua motocicletta, si mette in viaggio verso la Spagna. Il protagonista maschile sarebbe intenzionato a "viaggiare da solo", ma, lungo la strada, conosce una giovanissima ragazza di nome Lucia, che ha la sua stessa destinazione. Dopo essere stata aiutata dall'anziano, Lucia si affeziona a lui, e gli rimane sempre vicina, anche dopo che Thomas si stabilisce in una baracca fatiscente nel Deserto di Almeria. Dal rapporto che nasce tra i due, non sempre facile, entrambe ne ricavano una crescita interiore ed un appagamento sentimentale. Apparentemente, il film è poca cosa. Non succede molto, e la storia è raccontata tra brevissime fasi d'azione che interrompono lunghe sequenze di dialoghi e di riprese di ambienti e natura in genere. I due protagonisti sono ben caratterizzati. Terence Hill interpreta l'anziano, del cui passato non racconta molto; egli si presenta, però, come una persona mentalmente vivace, ricca d'esperienza, entusiasta per le bellezze della natura e ben disposto verso il prossimo. Lucia, interpretata da Veronica Bitto, è una ragazza invece molto problematica. Anch'essa è piena di voglia di vivere, lo "grida" chiaramente in più momenti del racconto, ma, al tempo stesso, è fragilissima, sia mentalmente - in alcuni momenti è dolcissima, in altri teneramente lunatica - sia fisicamente, e ne è consapevole. In più, lascia trapelare informazioni circa un passato di abbandoni e privazioni. I due attori formano una valida coppia, ed offrono un livello di recitazione molto "spontaneo". Non sempre ciò è sinonimo di buon livello, ma lascia trasparire le intenzioni del regista circa questa produzione. E' evidente infatti che Terence Hill stia "parlando" a sè stesso prima che agli altri. Imbastisce un'opera dalla trama zoppicante, con diverse illogicità, ma al tempo stesso sincera, appassionata, fortemente introspettiva. Racconta di sè, del suo passato remoto - inserendo costanti riferimenti narrativi, sonori e visivi al collega storico Bud Spencer - e del suo passato prossimo, la tragica perdita di un figlio, e la sua "rinascita" come attore nelle serie di Don Matteo, con molti riferimenti alla religione; incoraggia infine sè stesso per il futuro, un costante divenire che tuttavia può essere vissuto avendo ancora a fianco le cose e le persone belle del passato, prematuramente scomparse. E' sotto questo profilo che ho apprezzato il film, per la decisione del regista/protagonista di condividere con gli altri l'intimità del proprio sentimento. Avrei però auspicato una scelta ancora più coraggiosa. Dal momento che la location sarebbe stata perfetta, Terence Hill avrebbe potuto ambientare la narrazione in un contesto western, sostituendo le motociclette con cavalli ed il traghetto con un battello a vapore; ciò non varia comunque la mia considerazione per questo film, una sorta di "testamento spirituale" del grande Terence Hill.
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