Regia di Jean-Luc Godard vedi scheda film
34 TFF - COSE CHE VERRANNO
In una Parigi futuristica dell'anno 2000, un jet atterra e i passeggeri, nel attraversare i controlli, vengono "scansionati" direttamente con la lettura ottica del palmo della mano. Al passeggero John Dimitrios viene diagnosticata una carenza critica di attività sessuale, e per questo invitato ad accedere presso una delle camere di un adiacente albergo per essere sottoposto ad un trattamento riequilibrante. Le scelte per lui sono di due tipi: o l'amore sessuale, o al contrtario quello romantico.
La scelta del primo si rivela inefficace perché la professionista (la interpreta marilù Tolo), già pronta per l'esercizio, non può parlargli ma solo passare all'azione, e l'uomo ha bisogno di un minimo di dialogo per risultare coinvolto e partecipe. La seconda scelta (Anna Karina), ha il dono dell'affabulazione ma non le è consentito, ne è proiprio capace, passare ad alcuna azione pratica che non sia il discorrere e il semplice colloquiare.
Non sapendo come districarsi, l'uomo intuisce che, tra le varie componenti del corpo umano, c'è ancora un organo del corpo che può non obbedire ai comandi ai quali la sua struttura è destinata, e che si tratta della bocca. In quel momento, baciando la donna, gesto erotico e linguaggio si fondono rendendo possibile di nuovo "l'amore come una volta", umanizzandolo ed interrompendo un uso meccanico, animalesco e senza sentimento di una esigenza che non può classificarsi semplicemente come un gesto fisico, o al contrario solo come un atto di circostanza e mera cordialità.
In quel momento la fotografia colorata e monocroma che regna e sovrasta l'ambiente lascia spazio ai ricordi di una umanità che, almeno per un attimo, ritrova i suoi colori naturali, mentre un allarme meccanico informa che l'atto è vietato e deve essere interrotto immediatamente.
Un futuro che ormai per noi è un recente passato; una umanità che parla come una macchina, cadenzando le parole e rendendo impercettibile l'umanità che ancora residua negli uomini che vivono quell'inizio millennio da incubo.
Godard contribuisce nel modo migliore ad un film ad episodi, "L'amore attraverso i secoli", molto di moda a fine anni '60, non particolarmente memorabile, dirigendo l'unico episodio notevole ed indimenticabile.
il futuro distopico è reso indimenticabile (oltre che inquietante) dal grande regista fgrancese grazie ad un uso ossessivo della fotografia e del colore, che finisce per invedere ogni particolare divenendo oppressivo come una minaccia a cu iè impossibile non piegarsi.
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