Regia di Giancarlo Giannini vedi scheda film
A un buon inizio, che faceva presagire un'escursione nella Napoli del sottobosco camorristico, tra "Mi manda Picone" e "Un complicato intrigo di donne, vicoli e delitti", subentra una seconda parte che, dopo aver premuto a fondo il pedale del grottesco, non sa più dove andare a parare e s'impantana nella noia. A merito di Giannini va l'averci mostrato un boss camorristico che in prigione fa la bella vita come il Don Raffae' uscito dalla penna e dalla chitarra di De André, nonché nell'avere tentato di far capire che i veri affari non sono più nel traffico delle sigarette, ma nell'intreccio perverso tra banche ed edilizia. D'accordo la stessa cosa ce l'aveva detta, e meglio, negli anni Sessanta, Francesco Rosi con "Le mani sulla città", ma c'è sempre la speranza che questi repetita giovino almeno un po'. Purtroppo, qui funziona soltanto l'interpretazione di Victoria Abril, l'unica interprete d'importazione, che sa trasformarsi da mogliettina sciatta dell'inetto di turno in donna fatale priva di scrupoli.
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