Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film
Uno dei migliori film di Lenzi e del filone gangsteristico all'italiana (non definirei questo film poliziesco o poliottesco, perché la polizia vi compare appena). Dal punto di vista del racconto, il film sembra un incrocio tra ANATOMIA DI UN RAPIMENTO (1963) di Kurosawa e PER UN PUGNO DI DOLLARI (1964): infatti, per salvare la vita ad un bambino rapito, un ex malvivente redento (cui hanno ucciso il migliore amico, divenuto agente di una polizia privata) mette l'un contro l'altro due clan malavitosi. Lenzi propone un montaggio serrato di questo copione che non presenta colpi di scena clamorosi, ma neanche inutili efferatezze, gestito piuttosto bene da un buon cast, nel quale, ancora una volta, la fa da padrone Tomas Milian, doppiato da Ferruccio Amendola, stavolta senza volgarità romanesche. Per il resto si assiste ad un'avvincente sfida tra marchi, per una sorta di supremazia pubblicitaria: qui si fa indubbiamente largo la Mondialpol, ma un posto preminente è occupato, al solito, dal J&B, che supera il Punt e Mes, il Fernet Branca e, in una breve apparizione, l'aranciata San Pellegrino. Ottimo, come al solito, lo score di Franco Micalizzi. P.S. In una delle prime scene viene inquadrata la macchina dei banditi con dentro il boss Conti con due dei suoi scagnozzi: gli attori sono Luciano Catenacci, Luciano Pigozzi e Antonio Casale. Tre ceffi da galera come non se ne vedono spesso al cinema tutti assieme. In sostanza, se i greci erano spesso legati al mito del kalòs kai agathòs, qui Lenzi si dimostra seguace del kakòs kai stronzolòs.
Sul MORANDINI 2006, compaiono nel cast anche Maria Rosaria Omaggio, Giampiero Albertini e Arthur Kennedy, ai quali non passò neanche per l'anticamera del cervello di partecipare a questo film.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta