Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
Discreto film, che ha i suoi punti di forza nella denuncia della mediocrità di tanti italiani. Un Fantozzi ante litteram, interpretato dal solito bravissimo Sordi. Il limite è la sceneggiatura: regolare, talvolta fa ridere, ma un po’ piatta, nel complesso. Memorabile invece è l’odioso direttore, esemplare tipico di tanti capitalisti schifosi, nel suo sfruttamento.
Il protagonista è il classico pavido italiano, quello che ancora oggi rappresenta la maggioranza del nostro paese, come ieri. Uno che fa finta di prendere posizioni serie, giusto per paura del giudizio degli altri, per non passare per quello che è, cioè un conformista e un leccapiedi doc; ma che alla fine, appunto, fa il contrario di quanto di spavaldo aveva promesso, bloccato dall’inconscio e dal quieto vivere. Le sparate, i guizzi virili d’orgoglio erano solo retorica, per darsi un tono: ma sono state sotterrate poi dalla realtà da cui si è sempre fratto sottomettere volentieri, pur a suo danno (appare infatti infelice e nevrotico, più che altro). Sarebbero spunti molto interessanti, anche perché svolti in mezzo ad attori bravi (tra cui eccelle la Valeri) e personaggi vivaci: ma la parte di Sordi è sin troppo contraddittoria.
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