Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
Mi mancava, all'interno della copiosa fimografia di Mario Monicelli, questo ennesimo ritratto di un italiano cesellato dall'autore con la collaborazione di Rodolfo Sonego ed impersonato con impareggiabile maestria dal tutt'altro che 'eroico' Alberto Sordi.
Il nostro è nei panni di Alberto Menichetti, un impiegato di una cappelleria, nella Roma degli anni '50, alle prese con colleghi che lo tormentano, superiori - o capi come si diceva pomposamente una volta - che lo vessano in continuazione e vive con due zie che gli creano più guai di tutti gli altri messi assieme.
Tutti i suoi problemi sono causati in parte da un carattere non certo da cuor di leone ma anche da un certo servilismo nei confronti di chi sta al di sopra di lui gerarchicamente.
Tutto questo ed una serie di circostanze casuali lo metteranno in un pasticcio più grande di lui, ma sarà ancora il caso a risolvere la situazione e Alberto prenderà una decisione che (forse) gli cambierà la vita.
Monicelli non sbaglia un tempo comico e disegna una nutrita galleria di spalle - la grande Franca Valeri su tutti - e di altri comprimari - Mario Carotenuto e Leopoldo Trieste, i due colleghi, un insolito Alberto Lattuada, il capo, Tina Pica, la zia combina guai e una giovanissima Giovanna Ralli, una parrucchiera di cui Alberto si invaghisce - ben calibrati e inseriti al momento giusto, con nessuno di loro che toglie spazio al protagonista.
Un ritratto ironico di un'Italia un po' meschina e una prova generale prima dei capolavori di fine decennio.
Voto: 8.
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