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Un eroe dei nostri tempi

Regia di Mario Monicelli vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Un eroe dei nostri tempi

di mm40
6 stelle

Un eroe dei nostri tempi sembra un film modellato attorno a Sordi, ma non lo è, almeno non espressamente; certo che la firma di Rodolfo Sonego (partner di scrittura di Albertone) accanto a quella di Mario Monicelli sul copione lascia però qualche dubbio in tal senso. Questi sono i pregi e i limiti cui si va incontro affidando un ruolo da protagonista a uno degli attori più in forma e dotati di quegli anni: Sordi assume il monopolio dell'attenzione e stravolge il personaggio a suo uso personale (tic, intercalare, movenze tipiche), riducendone talvolta le potenzialità per incanalarlo sui suoi pur lodevoli binari. Franca Valeri e Tina Pica, brave come sempre, al confronto risultano sagome di cartone: schiacciate dalla personalità del'Alberto Menichetti sordiano; allo stesso modo comprimari di assoluto valore come Mario Carotenuto e Leopoldo Trieste rimangono sempre sullo sfondo. Completano il nucleo centrale del cast Alberto Lattuada in uno dei suoi rari ruoli da attore (il primo mai accreditato, peraltro) e due giovani interpreti di futuro successo quali Giovanna Ralli e Carlo Pedersoli, in seguito meglio noto come Bud Spencer. Monicelli è come sempre arguto nella sua critica sociale (qui quasi risiana, a dire il vero), mostrando un Paese liberato e democraticizzato da appena un decennio, ma già a serio rischio di tracollo partendo dalla base sociale: l'eroe dei nostri tempi è un pauroso gradasso e le sue imprese leggendarie sono chiacchiere da bar. Ma il risultato pende più dal lato buffo e ameno della storia che dal lato critico; le potenzialità satiriche restano per lo più irrisolte e il film – divertente e ben confezionato, vale la pena rimarcarlo – non graffia più di tanto da questo punto di vista. 6,5/10.

La trama

Un impiegato pavido e spavaldo, abituato a mandare avanti le parole al suo posto, vive un'esistenza mediocre e soffre di manie di persecuzione. Sempre attento a non correre rischi, cerca continuamente alibi, anche quando non sta facendo nulla di male. Ma una sera rimane chiuso fuori di casa e per puro caso scoppia una bomba poco distante: la polizia sospetta di lui. Una collega brutta e vedova, che lo ha puntato da tempo, lo salva testimoniando a suo favore. Il pavido impara la lezione e si arruola in polizia, per sentirsi definitivamente al sicuro.

 

(Re-visione 23/10/21)

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