Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
Solito film a tema di Sordi guidato da mano incerta, stavolta, da un Monicelli un po' svogliato, nemmeno da paragonare con La Grande Guerra e Un borghese piccolo piccolo in cui la coppia darà ben altra maiuscola prova. La macchietta che l'Albertone nazionale mette in scena è quella del pavido, del timoroso cresciuto protetto e vergine alle pastoie del mondo che si ritrova suo malgrado ad essere sempre più invischiato in situazioni paradossali e a volte anche spassose. Putroppo il film si regge solo sulla verve di Sordi che spiattella tutti i tic e le espressioni da italiano medio che hanno sempre caratterizzato la sua non sempre brillante carriera. Fa un po' rabbia vedere un simile talento sprecato in una storiellina slegata e le cui scene assomigliano molto a scketches distinti e non sempre azzeccati. La satira si stempera in un personaggio, come è spesso successo, che alla fine stanca mancando di profondità psicologica e giocando tutte le carte nei duetti con la pur brava Tina Pica e la sempre puntuale Franca Valeri. I film di Sordi molto spesso sono uno la fotocopia dell'altro e questo non fa eccezione nonostante alcune situazioni strappino più di un sorriso. Ma sono episodi senza seguito e alla fine, un po' stanchi dal ripetere le stesse situazioni ci si trova a dire nostro malgrado "pussa via!" che andiamo a letto.
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