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Rosemary's Baby

Regia di Roman Polanski vedi scheda film

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La recensione su Rosemary's Baby

di Gangs 87
10 stelle

Ci sono film che non devono fare i conti con il tempo che passa. Qualsiasi sia l’età dello spettatore o il periodo in cui li si guarda, l’effetto che provocano non è mai mutevole. E’ il caso della pellicola che fece conquistare a Roman Polanski l’attenzione della critica e del pubblico e che negli anni si riconferma sempre uno dei film più belli mai realizzati.

 

Contestualizzando l’epoca in cui è stato girato, l’idea che tiene su la sceneggiatura ma soprattutto il modo in cui essa viene svolta, è qualcosa di mai visto prima. La capacità di Polanski di riuscire a spaventare senza mostrare nulla di sconvolgente ma anzi celando il più possibile ogni elemento che possa essere spaventoso, ci dimostra che quando una sceneggiatura ben scritta viene messa a disposizione di un regista con notevoli capacità, non può che venirne fuori un capolavoro.

 

L’utilizzo delle inquadrature creano nello spettatore tutta l’ansia che serve; lo carica di tensione dai primi frame fino al finale crudele, spiazzante e del tutto folle.

 

Colonna portante della pellicola è anche la musica che posizionata nelle sequenze giuste e nella giusta misura, riesce a caricare ulteriormente le attese di chi guarda; quasi come un collante che riesce a tenere insieme l’attenzione dello spettatore, che andrà sempre in crescendo, e il flusso di tensione che convoglia in un bacino profondo che verrà aperto solo alla fine e il cui strascico emozionale viene percepito addosso anche a distanza di tempo dalla visione.

 

Nel controverso ruolo di Rosemary non poteva che esserci Mia Farrow. Nonostante fosse ai primi attimi della sua folgorante carriera, la sua interpretazione riesce a dare ulteriore spessore alla pellicola. Risalta non solo per la sua capacità di esprimere le emozioni attraverso le espressioni facciali, ma anche per la sua fisicità che, così minuta, crea empatia con lo spettatore che si schiera fin da subito dalla sua parte.

 

Non sono da meno gli altri comprimari che compongono il cast: John Cassavetes, nel ruolo del marito traditore ma soprattutto Ruth Gordon e Sidney Blackmer che interpretano i coniugi Casteve, sono senza dubbio l’elemento più inquietante del film e la loro interpretazione è amplificata dal connubio tra i due attori che duettano in modo ineccepibile.

 

Roman Polanski confeziona una pellicola sublime. Ahimè non verrò percepita da tutti solo per quello che vuole raccontare ma la ricerca di segnali nascosti inesistenti la renderà una delle pellicole più maledette del panorama cinematografico; non per questo si deve però smettere di vederla ed ammirarne la sua immensa bellezza.

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