Regia di Roman Polanski vedi scheda film
Pur di ottenere successo a teatro e al cinema, Guy Woodhouse (John Cassavetes), da poco trasferitosi nella casa che fu abitata da strani stregoni e adepti del satanismo a Manhattan, promette ai dirimpettai - cultori di una setta satanica - il figlio che gli darà sua moglie Rosemary (Mia Farrow).La poverina, donna frustrata e senza personalità, ci impiega quasi due ore di film per capire il complotto. Partorito il mostro satanico, a seguito di continue ingurgitazioni di pozioni diaboliche, la donna se ne prenderà ugualmente cura. Foriero di presagi terribili (un anno dopo la moglie di Polanski, Sharon Tate, venne massacrata - mentre aspettava un figlio - dalla setta satanica, la "Family" guidata da Charles Manson; il sacerdote diabolico si chiama Roman; il condominio dove è stato girato il film è lo stesso dove andò ad abitare John Lennon e davanti al quale venne ucciso da un fanatico nel 1980), il film tratto dal romanzo di Ira Levin, al quale rimane assai fedele, si presta ad una duplice chiave di lettura: una più palmare, legata agli orrori e ai misteri del satanismo, l'altra psicologica. Tutto il film non potrebbe essere la trasposizione cinematografica degli incubi di una puerpera? Non potrebbe raffigurare il timore atavico di perdere il proprio figlio o di vederlo nascere mostruosamente deforme? In perfetto equilibrio sul crinale delle due letture, Polanski dirige un film claustrofobico, tutto lavorato sul grandangolare, che conosce la sua climax a mano a mano che procede verso il finale. Rosemary's baby valse l'Oscar come migliore attrice non protagonista a Ruth Gordon, la moglie di George Cukor. Ma Mia Farrow non le è assolutamente da meno.
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