Regia di Roman Polanski vedi scheda film
L'ansia. Ciò che rimane delle oltre due ore di Rosemary's baby è la totale, inarrestabile, soffocante ansia che attanaglia Mia Farrow e la perseguita in ogni sua mossa. E proprio quando la si considera ormai platealmente paranoica, ecco sbucare un finale ipergrottesco che ribalta ogni preconcetto. Grandiosa regia di Polanski, che conferisce un tono di sublime inquietudine alle ordinarie vicissitudini di Rosemary, e che magistralmente inchioda lo spettatore ad una storia che fondamentalmente si riassume con poco, ha un esiguo numero di personaggi e si svolge in pochi spazi. Il finale può spiazzare, ma è soltanto il colpo di genio che porta degnamente a compimento tutta quanta la storia.
Guy, attore, va a vivere con la moglie Rosemary in un palazzo di New York. I successi professionali di lui si susseguono; lei intanto cerca un figlio. Quando rimane incinta diventa improvvisamente sempre più tesa e preoccupata, fino alla paranoia. Il figlio nasce e lei scopre la verità: Guy l'ha venduto a Satana in cambio della gloria. Tutti i vicini di casa, rivelatisi quindi accaniti satanisti, accorrono a salutare il pargolo infernale.
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