Regia di Roman Polanski vedi scheda film
Prima ancora dell'avvento dell'indemoniata Linda Blair, intenta a sputare vomito verde su preti e consanguinei ne "L'esorcista",un chiaro segnale del ritorno del Maligno a inquietare gli schermi fu dato da "Rosemary's baby",film di culto e di successo destinato a marchiare la vita del suo autore,Roman Polanski.Rinnovando il mito faustiano del contratto con il Diavolo per l'ambizione circa il successo personale, "Rosemary's baby"( tratto da un romanzo di Ira Levin) è un horror che non concede quasi niente al sangue, e all'esplicazione dell'orrore,lasciando il lavoro a una montante, inesorabile tensione psicologica vissuta per gli spettatori dalla sua protagonista,la sventurata Rosemary, ignara a proposito del turpe progetto di una setta di adoratori del demonio che presentano facce di tranquilli vicini di casa.Il film è costruito con ingegnosa tecnica narrativa,facendo sì che l'inquietudine si insinui a piccole dosi in chi guarda il film,fino allo sconcertante finale ,in cui si può leggere la logica del matriarcato come alibi di una società che comunque,in nome della propria sopravvivenza,accetta i più infami e esecrabili compromessi.Mia Farrow è di una bravura ammirevole nel rendere il nervosismo che si fa terrore di Rosemary,Cassavetes è un ambiguo marito,Ruth Gordon è una signora perbene che cela inconfessabili peccati.Uno degli horror più significativi, intelligenti e di buon gusto che il cinema ci abbia proposto.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta