Regia di Peter Watkins vedi scheda film
Questo è un film che gli amanti della pittura, e in particolare quelli di Munch, non dovrebbero lasciarsi sfuggire. Dura tre ore e mezza, è impegnativo, respingente per una parte del pubblico, ma è una cinebiografia molto più originale e creativa dei soliti "bio-pic" hollywoodiani, ormai quasi tutti uguali. Il regista Peter Watkins condivide col pittore norvegese il suo status di outsider, di artista irregolare, e si identifica chiaramente nella tormentata esistenza di Munch, di cui è un ammiratore incondizionato: oltre alla rievocazione di alcuni avvenimenti salienti della vita, abbiamo una voce off che spesso commenta sul valore artistico e la portata innovatrice della sua opera (ad esempio la dissoluzione della prospettiva), ma anche sul contesto sociale della Oslo dell'epoca, chiamata Kristiania, sui diritti delle donne e i conflitti di classe. Quello che può sembrare all'inizio anche superfluo, col tempo si fa sempre più interessante e problematico: il montaggio è ellittico e frammentario, spesso ripropone singoli episodi della vita di Munch in maniera quasi ossessiva, come la sua storia d'amore con una donna sposata, oppure si da' molto spazio alla pittura e alla composizione di certi quadri che, anche se accolti con freddezza all'epoca, garantiranno la sua fama e la portata rivoluzionaria dell'Espressionismo, una nuova Arte basata sulla percezione soggettiva e l'emozione. Gli attori sono non professionisti scelti per la loro somiglianza con i personaggi che interpretano e diretti con sobrietà e naturalezza; il film è recitato in norvegese ma la voce di Watkins stesso che spiega e accompagna molte scene è in inglese. Film che non assomiglia a nessun altro, è un'esperienza sensoriale che bisogna correre il rischio di vedere, anche se può disorientare e mettere in difficoltà il pubblico meno preparato. Definito "opera di genio" da Ingmar Bergman, ma ha circolato molto poco, ne esiste una copia integrale su YouTube.
Voto 9/10
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