Regia di Erick Zonca vedi scheda film
Torbido noir riuscito a metà
Un bambino scompare improvvisamente. Il capitano Visconti ( Vincent Cassel), fra una bottiglia di whisky e qualche trombatina, segue il caso.
Il regista italo/francese Zonca torna al cinema dopo circa dieci anni, e lo fa portando su schermo un indagine tratta dal romanzo israeliano "un caso di scomparsa". Si tratta di un poliziesco ( indagine) che vira verso il noir, centrando in pieno tutti gli archetipi del genere. Questo significa indagine molto diluita, poca azione.
Il capitano Visconti è interpretato da Cassel ( per l'occasione brutto, unto , barbone e forse pure puzzolente ) al limite dello stereotipo, con divorzio alle spalle e schiavo dell'alcol, vittima delle proprie ossessioni che lo renderanno cieco davanti all'evidenza, esattamente come il coprotagonista che interpreta il professore del ragazzo, anche lui cocciutamente legato ai propri inutili ideali.
Visconti dovrà anche prestare attenzione al proprio figlio, colpevole di essersi messo in un brutto giro di droga, trama questa che rimane un troncone narrativo, lasciato di fatto incompiuto dal regista.
A parte un paio di scene di cattivo gusto, "Black Tide" è un opera molto articolata che pescando nel torbido riflette sulla crisi della famiglia e su uomini che attraverso il proprio lavoro cercano redenzione.
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