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Black Tide

Regia di Erick Zonca vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Black Tide

di zombi
9 stelle

è bello sentire che un film ti passa addosso, ti cammina addosso e ti lassa dei segni.

fleuve noir è il noir che non ha paura di sputare in faccia al suo pubblico certe situazioni; che poi sarà sempre il pubblico che eventualmente si sentirà oltraggiato da certe situazioni, ma ricordiamoci che nei tg si sente sempre di peggio, anche quando pur di non informare su tutto, si sceglie la cronaca nera tanto avversa per esempio al regime mussoliniano, comunque...

la sparizione di un ragazzino, coincide con i guai del figlio della stessa età del comandante visconti, che indaga.

visconti(vincent cassel) è un disilluso dalla vita, ubriacone, tabagista, fa battute misogne poco gradite alla sua collaboratrice cherifa(hafsia herzi), non presta attenzione ad etichettare suo figlio come frocio e di sicuro il colore di molti criminali non lo esime dal chiamarli negri, nonostante molti dei suoi collaboratori siano francesi di terza generazione, ma sopportano.

il palazzo dove abitava il ragazzo sparito si affaccia su un bosco che viene attraversato dagli abitanti (ragazzi e adulti) per arrivare alla scuola e quindi le indagini si concentrano lì anche per via di una telefonata anonima che dice che il ragazzo è sepolto lì.

entra a forza nelle indagini e nelle attenzioni di visconti, un vicino di casa del ragazzino sparito, un professore(romain duris) del vicino liceo che ha dato lezioni al ragazzino.

la situzione è sempre più complessa,ingarbugliata e fosca.

al comando di polizia non avanzano nelle indagini e visconti viene sostituito a capo delle indagini dal collega marc(charles berling) perchè sempre più ubriaco, aggressivo, incasinato dai problemi famigliari e ingabolato da un sentimento di attrazione nei confronti della madre del ragazzino sparito, solange arnault(sandrine kiberlain).

i personaggi sono disegnati con scaltrezza e dipinti con finezza; la madre dello scomparso è una casalinga oppressa dalla vita che le ha dato anche una figlia problematica che non parla se non per versi incomprensibili; suo marito lavora su piattaforme e si assenta per settimane; il professore ha manie di protagonismo e s'impone con prepotenza e insistenza sin da subito all'attenzione del comandante; la moglie del professore(elodie bouchez) è una semplice casalinga che ha avuto due figli uno in fila all'altro dopo problemi a concepirli e tutti vengono scrutati da visconti, sempre più alla deriva nel suo auto distruggersi e sempre meno contenibile nel suo bisogno di alcol.

una situazione sclerotizzata da personaggi e individui che hanno sempre più difficoltà ad inserirsi nel tessuto sociale e nei ruoli in cui essi credono di essere imprigionati, incastrati, imprigionati o nati per.

il tutto condito da un'ondata di piccola criminalità che si allarga come un'ondata di marea(in questo forse il brutto titolo anglofono si addice di più) e risucchia chiunque, nell'indifferenza e nella problematica tolleranza dei più.

questo ordinario caso di sparizione, come dice il sottotitolo italiano(il film francese; i titolisti italiani, anglofonizzano spesso i film francesi per la loro risaputa antipatia verso i cugini transalpini, e però cacciamoci un sottotiolo italiano, perchè si!!!!)avrebbe potuto essere uno di quei casi insoluti che inflazionano i titoli dei tg o la cronaca nera dei quotidiani, magari diventando pure true crime per piattaforme affamate, e si trasforma in un coacervo di casi umani da trama gialla per un libro da serie noire, magari trasposto in immagini da uno specialista di "pubbliche virtù e scandali privati", tanto cari per esempio a claude chabrol.

da un semplice caso di sparizione, scartata per esempio la pista jidahista come prima pista, con un perfetto sospetto da prima della classe che alza il dito per rispondere, si discende sempre più negli scantinati, umidi, putridi, insalubri e infestati di un animo umano corrotto.

abbiamo un Vincent Cassel in una strepitosa prova sopra le righe, cristologica in un suo sfrontato e sfocato nudo frontale all'inizio, talmente eccessiva da essere antipaticamente e volgarmente sincera nella sua volitosa rabbia contro la vita.

Romain Duris professorino prima donna, talmente arrogante nel suo sapersi interprete delle psicologie altrui, da non saper riconoscere la propria, ed Elodie Bouchez nel ruolo della mogliettina fedele che a furia di provare è riuscita a dargli due figli per dar fede al suo ruolo di educatore senza macchie e paure.

poi abbiamo Sandrine Kiberlain, sempre eccelsa nel suo ruolo di moglie immolata alla causa della famiglia, in questo caso sovra alimentata dalla presenza di una figlia pesantemente problematica; la sua è una prova così aderente al personaggio di solange, incrostata come la carena delle navi, sopraffatta dalla vita che l'ha resa trina in una.... è affaticante vederla e seguirla nel finale, si sente un peso al cuore quando parla con il comandante più con gli occhi dopo avergli detto quello che era urgente comunicargli.

ma non dimentichiamo charles berling, hafsia herzi e jerome pouly che rendono ancora più solido questo fiume nero che non passa inerme.

 

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