Regia di James Franco, Bruce Thierry Cheung vedi scheda film
Per quanto un film possa essere mal architettato e sviluppato, arriverà sempre qualcuno in grado di produrre risultati ancora peggiori, di farti ricredere individuando un punto più basso rispetto ai precedenti noti.
Un titolo per nulla invidiabile, che può tranquillamente essere appiccicato a Future world, una pellicola che, pescando da sorgenti prese costantemente d’assalto, riesce nell’ardua impresa di sbaragliare la concorrenza, inanellando una sequela incredibile di scelte assurde, vuoti d’aria e disattenzioni imperdonabili.
In un futuro non meglio precisato, nel quale la razza umana è ormai ridotta ai minimi termini, il giovane Prince (Jeff Wahlberg, il nipote di Mark Wahlberg) esce dal riparo dell’area in cui sopravvive la sua comunità per scovare una fantomatica cura che salvi sua madre Queen (Lucy Liu – Kill Bill: Volume 1) da morte certa.
Sulla sua strada dovrà vedersela con il subdolo Warlord (James Franco - The disaster artist) che, a capo di un gruppo di predoni, terrorizza e stermina chiunque incontri, sfruttando la forza di Ash (Suki Waterhouse – The bad batch), un cyborg che comanda tramite un dispositivo elettronico.
A sorpresa, Prince troverà proprio in Ash una valida spalla per poter contrastare Warlord e fronteggiare chi, come Drug Lord (Milla Jovovich – Resident Evil), potrebbe fornirgli delle risposte utili ma non ha intenzione di collaborare.
Realizzato a quattro mani da James Franco e Bruce Thierry Cheung, Future world riversa per l’ennesima volta le inquietanti prospettive di uno scenario post apocalittico, che pone la parola fine sullo sviluppo esponenziale dell’umanità vaticinando un’ecatombe con pochi superstiti in lotta per la sopravvivenza, la fine di ogni forma di benessere, l’entrata in vigore della legge del più forte e la conservazione di alcune oasi così come di sporadici luoghi di perdizione decisamente mal frequentati.
La spina dorsale è costituita da una fotografia derivativa (vedi da Interceptor in giù), spostamenti telefonati e punti di approdo parziali che vengono di volta in volta raggiunti arrancando paurosamente.
In più, le tematiche sono di riporto e non smuovono di una virgola la qualità della transizione anzi, quando – a singhiozzo - tenta di concepire e successivamente elaborare ragionamenti più elevati e complessi, di approfondire il respiro, casca immediatamente nel precipizio dell’aleatorietà, finendo solo per combinare disastri, per piazzare pezze che – alla resa dei conti – risultano essere finanche peggiori dei buchi stessi.
Anche nella più semplice articolazione dei movimenti, Future world non imbrocca una sola intuizione che valga la pena riportare o commentare, di estrarre dalla poltiglia, nemmeno rovistando tra le maglie della fantascienza e dell’azione, che occupano una parte significativa degli spazi.
Infine, anche gli interpreti sono straniti e stranianti, tra i viscidi sorrisi dispensati da James Franco, l’irruzione destabilizzante ex abrupto di Milla Jovovich, un protagonista insipido qual è Jeff Wahlberg e Suki Waterhouse che, nei panni di un cyborg, non può certo sprizzare empatia da tutti i pori.
Con buona pace dell’improvvido spettatore, Future world non possiede mezza dote che gli consenta di difendersi. È un b-movie pensato, diretto e interpretato senza un brandello di passione, svuotato di ogni qualsivoglia forma di interesse, che al più abbozza situazioni e considerazioni sparpagliate tra la violenza e il dolore, il deserto e grumi di umanità, divisioni in fazioni e unità d’intenti, il declino della civiltà e le ultime macchine evolute, limitandosi a unire i puntini imbastendo iniziative maldestre, anonime e spuntate.
Sbrigativo e faticoso da seguire nonostante non raggiunga nemmeno i novanta minuti di durata, in poche parole, semplicemente disastroso.
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