Trama
Jeannette Walls, una giovane ragazza, cresce con la sorella maggiore e con il fratello e la sorella minori in una famiglia disfunzionale, costantemente in fuga dall'Fbi. Vivendo in povertà, è guidata nella crescita dal geniale e ubriacone padre, che la distrae con storie magiche che la aiutano a evadere dalla disastrosa situazione familiare e dall'egoista madre anticonformista.
Approfondimento
Il CASTELLO DI VETRO: CRESCERE FUORI DALLE REGOLE
Diretto da Destin Daniel Cretton e sceneggiato dallo stesso con Andrew Lanham, Il castello di vetro racconta la storia dell'affiatata, eccentrica, disordinata e complessa famiglia di Jeannette Walls, una giovane donna che, influenzata dalla natura gioiosamente selvaggia del disfunzionale padre, ha trovato la giusta determinazione per costruirsi una vita di successo alle sue condizioni. Oramai adulta, di successo e all'apparenza stabile, Jeannette avrà bisogno di tornare alla sua infanzia, rivivendo la storia che ha alle spalle, per riconciliarsi con il futuro. Figlia di Rex e Rose Mary Walls, due spiriti liberi che odiavano letteralmente le restrizioni della società, Jeannette da piccola seguì il girovagare della famiglia per le strade degli Stati Uniti, dalle città del deserto del sud ovest ai campeggi di montagna, senza avere mai un posto da poter chiamare casa. Tutta la famiglia era allora in qualche modo schiava del padre Rex, un uomo che con la sua indole prevaricante quando era sobrio riusciva a catturare l'immaginazione dei figli insegnando loro la scienza, mostrandogli le meraviglie del mondo e, soprattutto, esortandoli a vivere senza aver paura. La madre Rose Mary, una pittrice autoproclamatasi dipendente dall'eccitazione, si prendeva meno cura della famiglia ma come il marito era propensa a crearsi uno stile di vita propri, anche se ciò significava essere materialmente poveri. Quando i soldi finirono, la famiglia si stanziò in una città mineraria del West Virginia in una casa fatiscente che per i Walls sarebbe divenuta l'alter ego del "castello di vetro", ovvero la sorprendente residenza a energia solare che Rex aveva sempre promesso di costruire. Con l'aumentare dei problemi, Jeannette e i suoi fratelli furono costretti poi a doversi difendere da soli, sostenendosi e incoraggiandosi a vicenda in attesa di mettere in atto un giorno la loro grande fuga.
Con la direzione della fotografia di Brett Pawlak, le scenografie di Sharon Seymour, i costumi di Joy Cretton e le musiche di Joel P. West, Il castello di vetro è l'adattamento dell'omonimo libro di memorie scritto dalla stessa Walls. Apprezzata giornalista di gossip, nel suo memoriale la Walls ha ripercorso le tappe della sua infanzia, quando tra povertà, caos, ribellione e isolamento dalla società circostante, ha vissuto un profondo amore famigliare, che ha reso ogni passo in un'avventura grazie alla natura strana e inspiegabile dei suoi genitori. Per sette anni in cima alle classifiche di vendita, il libro ha messo in luce come la Walls per affermare se stessa abbia dovuto far ricorso a tutta la sua determinazione senza perdere mai di vista il valore degli affetti più cari. Ha raccontato il regista a proposito dell'adattamento cinematografico: "Il castello di vetro è qualcosa di molto intimo che, esponendo la storia di Jeannette, si rivolge a tutti noi. Quando l'ho letto per la prima volta, sono rimasto sorpreso dal vedere quanti richiami avesse per me. Sebbene la mia educazione e formazione non siano state pazzesche come la sua, con le sue parole mi ha ricordato quanta importanza abbia anche per me l'amore e come sia fondamentale affrontare in una famiglia sia tempi belli sia momenti difficili e spaventosi. Leggere il libro è stato quasi catartico: si tratta di una di quelle storie che ti fa sentire meno solo e più legato al mondo circostante. La sceneggiatura che ne abbiamo ricavato si concentra su una giovane donna che, facendo leva sui suoi ricordi, deve dare un senso alla sua esistenza e far pace con il passato e i genitori. In altre parole, il film è la storia di una donna che impara ad amare e ad accettare se stessa, interrogandosi sull'operato dei genitori, analizzando la loro stranezza e mostrando ancora compassione per loro".
Il cast
A dirigere Il castello di vetro è Destin Daniel Cretton, regista e sceneggiatore nato e cresciuto a Maui, nelle Hawaii. Con una laurea in Scienze della Comunicazione e un master in Film, Televisione e Nuovi Media, Cretton ha debuttato come regista nel 2012 con I Am Not a Hipster, film presentato al Sundance Film… Vedi tutto
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Commenti (9) vedi tutti
Padre ubriaco, educazione bislacca, famiglia eccentrica... in definitiva tutto piuttosto banale e poco stuzzicante, già visto molte altre volte.
commento di moviemanFilm ispirato ad una storia incredibilmente vera,con finale a più sorprese . Merita sicuramente la visione, sia per l'ottima regia, che per la bravura degli attori e per il realismo che trasmette . Le dinamiche talvolta precipitose rendono una seconda visione del film altrettanto interessante.
commento di Isiraider67Una famiglia del genere nella società odierna verrebbe bollata come una famiglia di falliti, come minimo... Ma D.D.Cretton ci mostra invece che non è sempre tutto nero o bianco.
commento di Bladerunner76Film interessante e commovente. Un po' di retorica sul valore dei legami familiari anche se nocivi
commento di Artemisia1593Una buona regia con un interessante sceneggiatura.
commento di gruvierazUn buon film con interpreti piuttosto in forma. Ci sono diverse similitudini con Captain Fantastic dell'anno prima. Un sette ci può stare, magari +
commento di BradyFilm tratto da una storia vera che spiega più che altro il concetto di resilienza di questi quattro figli, specie della mediana, donna di successo,conclusione le tare ereditarie non sono poi così automatiche. Bravo Harrelson ma si poteva fare meglio. Guardabile.
commento di Frrancistrane Famiglie semi-Hippy o simili crescono ... ! voto.1.
commento di chribio1a Cretton non riesce il piccolo miracolo accaduto con Short Term 12. la storia, ispirata a fatti realmente accaduti, è potente, e il montatore assieme agli attori si danno un gran da fare, ma alla fine il film risulta "spuntato", affossato da prevedibilità e ripetitività diffuse. quando maggiori mezzi a disposizione tolgono invece che aggiungere.
commento di giovenosta