Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
strepitoso.
Si ride tanto, per la parodia dell'Italia che purtroppo ne è una fotografia fedele.
Parodia:
del genere melodrammatico di consumo, così fortunato e poi purtroppo amplificato dal divismo tv, di amori autodistruttivi da romanzetto;
della facilità di rendersi credibili in Italia per personaggi che solo un potere basato sulla violenza aristocratica ha reso potenti (si pensi all' grottesco non così surreale di vari nobili presenti);
del dannunzianesimo, così ripagante in un'Italia ridotta ormai a circo di buffoni in cerca di notorietà da strapaese;
di una classe dirigente (militare e politica) che può solo pensare ad autoconservarsi con mezzi anche penosi, tanto il declino della nazione è annunciato.
Tutto ciò passa bene perchè si ride di continuo: tanto, nel bel paese, a rendersi ridicoli non si perde mai la faccia (con tutto il rispetto per i personaggi di colore che sono attratti da questi mezzi tanto da volerli praticare a loro volta; e il film lascia intuire che l'Italia non è così lontana dal terzomondismo), perchè l'opinione pubblica è così ignorante da non poter giudicare in vista del proprio bene. Per certi aspetti (poichè si parla di 40 anni fa) una profezia
perfetta, anche per il ritmo serrato
eccezionale; peraltro il personaggio è negativo, ma strappa anche simpatia, perchè è l'unico che pare avere degli ideali (per quanto tipici di un ignorante) in un mondo corrotto al midollo
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