Regia di Robert Aldrich, Sergio Leone vedi scheda film
Gli ebrei vagano alla ricerca della terra promessa; fanno sosta nei pressi di Sodoma, che insieme alla vicina Gomorra gode di pessima fama. Ben presto il popolo eletto sarà traviato nei costumi, ma Dio gli darà una mano a emanciparsi da essi e a condannare Sodoma alla distruzione.
Supermegakolossal senza mezze misure, Sodoma e Gomorra è uno di quei filmoni in costume antico che fra la fine degli anni Cinquanta e i primi Sessanta conquistavano pubblico e incassi a mani basse; in particolare qui si parla di una produzione italofrancese molto dispendiosa e affidata a un’accoppiata di registi composta dall’ormai celebre americano Robert Aldrich e dal nostro Sergio Leone, giovane e meno quotato, ma dal futuro, come è noto, roseo. All’italiano vengono affidate le scene di massa – e sono davvero tante e tutt’altro che semplici: come rilevato il budget è notevole e per quanto scene e costumi finiscano inevitabilmente per sapere di posticcio, di approssimativo, e i dialoghi odorino di retorica fasulla lontano un miglio, non c’è dubbio che Sodoma e Gomorra sia un punto di riferimento in positivo per il genere peplum. Ciononostante il botteghino non gli arrise, sebbene in scena non manchino i volti noti o comunque accattivanti: fra gli altri ci sono Stewart Granger, Rossana Podestà, Rik Battaglia, Anna Maria Pierangeli, Stanley Baker, Anouk Aimée, Gabriele Tinti, Scilla Gabel, Giacomo Rossi Stuart, Claudia Mori e Anthony Steffen. La sceneggiatura – invero poca cosa, ma senza tema di smentita un piccolo congegno ad alto tasso di intrattenimento – è firmata da Giorgio Prosperi e Ugo (Hugo) Butler. 3,5/10.
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