Regia di Ubaldo Ragona, Sidney Salkow vedi scheda film
Un misterioso virus sta decimando la popolazione mondiale e, per evitare che i morti diffondano il contagio, vengono portati via con camion militari per essere fatti bruciare (visionarietà del cinema..). L'unico sopravvissuto, o che almeno crede di essere tale in una città deserta (oggi si direbbe in lockdown) combatte contro i vampiri in cui si è trasformato chi da morto non è stato seppellito, cercando nel contempo un antidoto alla malattia. Curioso horror di inizio anni '60, girato nell'Eur di Roma deserto come forse solo nel 2020 e nelle girovagazioni estive di Nanni Moretti, e "padre" di successivi classici del genere (soprattutto degli zombi di Romero). Un film che spesso strizza l'occhio a Hitchcock nel modo di girare, dalle dissolvenze alle sovrapposizioni narrative, e che tuttavia risulta fin troppo prevedibile in una trama che, da precursore, avrebbe offerto molte più chance di divagare in qualcosa di più efficace. Non manca comunque di un suo fascino, grazie anche alla buona interpretazione di Vincent Price nella parte del protagonista, stretto tra la necessità di sopravvivere ed il ripianto per il mondo degli affetti perduto per sempre (esemplare in questo l'attaccamento al cagnolino sopravvissuto ma di cui si deve "liberare" non appena sospetta che sia stato già contagiato).
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