Regia di Ubaldo Ragona, Sidney Salkow vedi scheda film
Terminata la visione di questo film, di cui ho avuto conoscenza tramite lusinghiere recensioni, ho avuto la sensazione di un'occasione buttata alle ortiche. Intanto rilevo alcuni fastidiosi tradimenti di fiducia a discapito dello spettatore: il titolo, ad esempio, lascia intendere che il protagonista, uno scienziato, sia davvero l'ultimo uomo sulla Terra, invece si scoprirà che non è così; inoltre sempre il titolo lascia intendere che la condizione del protagonista sia correlata all'intero globo terracqueo, ma poi si scopre che l'ambientazione è di fatto limitata ad una sola città (Roma, pur leggermente camuffata per dare un tocco più internazionale). Superati i primi 15 minuti, comincia a scricchiolare l'intero esile apparato della sceneggiatura, il che ha messo a dura prova la mia pazienza di spettatore deluso: zombie-vampiriche vagano volendo uccidere il protagonista pronunciando frasi ridicole, paletti di legno che servono ad ucciderli (quindi sono anche un po' vampiri..). Ad un tratto compare una donna che, sembrando "sana" come lo scienziato, lo rende felice di aver trovato una potenziale compagna con la quale poter rifarsi una vita, avere figli e creare una nuova società; tuttavia lo scienziato non è ancora del tutto sicuro, e così sottopone la donna alla prova dell'aglio, scoprendo che ne è repulsa, indice di contaminazione da parte del "germe"; tuttavia, inoculandole i suoi anticorpi riesce a "guarirla".A questo punto la donna fà notare allo scienziato, convinto di aver bonificato la terra sterminando quanti più zombies poteva, che è stato carneficie di tante vite che potevano avere ancora speranze di guarigione, e che, perdipiù, risulta ricercato da un misterioso corpo d'ordine che lo ucciderà. A questo punto può esser trovato un elemento interessante, cioè la relatività del concetto di "sano": lo scienziato convinto di essere sano, ha ammazzato coloro che riteneva in apparenza mostri infetti, ma che secondo la donna potevano essere salvati, così come è successo a lei. Lui ha tolto la vita ad altri ritenendosi paradigma di salute. All'improvviso però salta fuori una sorta di corpo militare che mi ha reso di difficile interpretazione il già sconclusionato finale: intanto questa sorta di corpo militare stermina gli zombies con delle lance di ferro anziché paletti di legno, e poi ammazza frettolosamente con una lancia anche lo scienziato, il quale peraltro non si cura neanche di tentare di salvarsi dicendo loro che non è uno zombie infetto. Forse aveva un senso di colpa particolarmente annichilente in quel momento....chissà.
Altre incongruenze che ho rilevato: lo scienziato, pur trascorsi tre anni, dallaepidemia, si serve di carne congelata presa da una macelleria abbandonata (la carne congelata non dura tanto!). Altra: il marito della donna incontrata dallo scienziato risulta essere stato ammazzato dai mostri, ma questo non dovrebbe essere possibile giacché lo scienziato dichiara che "sono fragili e deboli, come animali affamati, e se così non fosse, lui per primo non vi sarebbe potuto sopravvivere chiudendo semplicemente le porte di casa per tenerli fuori"!
In conclusione, un Vincent Price sempre all'altezza, una sceneggiatura con un buono spunto iniziale, ma sconclusionata e fragile, tanto da rendere il film una mezza buffonata. Non mi capacito del perché abbia ottenuto recensioni così positive.
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