Regia di Ubaldo Ragona, Sidney Salkow vedi scheda film
Il dottor Morgan è l'ultimo uomo della Terra. Sul pianeta si è infatti scatenata un'epidemia di vampirismo e l'unica cosa che può fare, a parte cercare un antidoto per guarire gli umani contagiati, è scacciare con aglio e crocifisso e impalare i vampiri vaganti per la città. Fino a che un'inattesa visita lo coglie di sorpresa.
Ubaldo B. Ragona: chi era costui? Il nome non dice nulla, regista siculo di poche pellicole di nessun risalto nella prima metà dei Sessanta; eppure questo suo L'ultimo uomo della Terra è uno degli horror meglio riusciti dell'intera cinematografia nostrana. Tratto da un racconto di Richard Matheson con una sceneggiatura di Furio M. Monetti e dello stesso Ragona, il film può vantare una splendida performance di Vincent Price, una fotografia in bianco e nero spettrale di Franco Delli Colli, una colonna sonora inquietante di Paul Sawtell e Bert Shefter, ma soprattutto una storia straordinariamente vivace e coinvolgente, che vive di dettagli claustrofobici fin dalla prima sequenza (la sveglia del dottor Morgan che lo riporta all'estenuante realtà) e si chiude con un gran finale magistrale, dopo un crescendo di tensione ben evidenziato dalla narrazione esterna da parte del flusso di pensieri del protagonista. E' solo una storia di vampiri, d'accordo, ma anche nel genere esistono notevoli differenze fra opera e opera: questa è senz'altro - soprattutto dati i mezzi abbastanza miseri a disposizione - una pellicola ben riuscita e degna di nota. Nel cast compaiono anche Franca Bettoia, Giacomo Rossi Stuart e Umberto Raho; Ragona chiuderà con il successivo lavoro, due anni più tardi, la sua carriera registica: sarà il non indimenticabile Una vergine per un bastardo. 5,5/10.
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