Regia di H.C. Potter vedi scheda film
Una coppia newyorkese, stanca dei ritmi cittadini, decide di trasferirsi in campagna. Dopo aver speso una cifra ben superiore a quella preventivata, la casa nuova procura un’infinità di problemi e lui comincia anche a essere geloso di lei. Non mancano le rotture della finzione narrativa care al regista H. C. Potter: l’avvocato Melvyn Douglas commenta ironicamente la storia rivolgendosi allo spettatore, e nell’ultima scena viene inquadrato il copione in mano al protagonista. Forse il film risulta un po’ troppo rassicurante, ma resta un’acuta analisi dei piccoli miti della borghesia, stretta fra le miserie del consumismo (lui è un pubblicitario in cerca di uno slogan per un prosciutto) e l’aspirazione a una vita diversa. Ed è straordinario che due attori glamour come Cary Grant e Myrna Loy, lontani dalla commedia sofisticata, sappiano calarsi con credibilità nei ruoli di due persone benestanti ma in fondo abbastanza normali, con problemi comuni a molti spettatori (la casa, la famiglia, il lavoro).
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