Regia di Pupi Avati vedi scheda film
VOTO : 7++.
Parto dalla fine, questo è un film che amo parecchio e che fa un po’ impressione rivedere oggi e riconoscerci Avati che nel frattempo si è dedicato quasi sempre a scenari decisamente più rassicuranti.
Sullo sfondo la provincia ferrarese ricrea già un suggestivo scenario, il resto lo fa l’abitazione dove si svolgono buona parte delle scene che vedono un restauratore incaricato di sistemare un affresco concepito da un pittore suicida.
Se la storia non è proprio ne limpida ne memorabile (soprattutto nella fase centrale), quello che funziona assolutamente bene è l’atmosfera che oscilla tra horror e momenti grotteschi ed onirici, riuscendo a regalare uno spettacolo decisamente coinvolgente ed equilibrato nel suo squilibrio intrinseco.
In più Avati è bravo a regalare alcuni momenti di vera tensione quando occorre (senza dimenticare che alcune scene sono senza dubbio realizzate assai bene), mentre gli attori danno il loro contributo ed il finale, seppur preso con le pinze, l’ho trovato azzeccato e degna conclusione dello spiazzante percorso intrapreso dal film.
Pellicola datata, ma di indubbio valore.
VOTO : 7++.
Il suo miglior film per me.
Le azzecca quasi tutte, dalle atmosfere, al montaggio, alla scelta degli attori.
Molto bravo.
VOTO : 7.
Decisamente convincente.
VOTO : 6,5.
Bravo.
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