Regia di Claude Bernard-Aubert vedi scheda film
Da un vero fatto di cronaca accaduto nell'estate del 1952. Una famiglia inglese (mamma, papà e figlioletta) in vacanza in Provenza si mette improvvidamente a dormire sul ciglio di una strada provinciale. I tre vengono uccisi a fucilate. Il commissario che conduce le indagini è convinto che i responsabili siano i due fratelli Dominici, che vivono a pochi metri dal luogo del delitto. Ma i due accusano l'anziano padre. Neppure il processo riuscì a sbrogliare definitivamente la matassa.
La regia di Claude Bernard-Aubert si limita a ricostruire il caso spogliandolo dalle sue valenze politiche (i Dominici si distinsero durante la Resistenza francese), che poi sono state elementi chiave nel determinare le accuse nei confronti di Gaston Dominici, il patriarca che prima si autoaccusò e poi ritrattò tutto, con code giudiziarie che coinvolsero il presidente Coty e De Gaulle. Ne esce un film a tesi che sovraestende la dimensione psicologica e, nel finale, rompe la quarta parete, lasciando che l'allora difensore di Gaston Dominici, Emile Pollak, si rivolga direttamente allo spettatore per convincerlo del torbido nascosto dietro la vicenda giudiziaria. Jean Gabin giganteggia su tutti, in una prova che da sola vale la visione del film.
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