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Chato

Regia di Michael Winner vedi scheda film

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La recensione su Chato

di hupp2000
7 stelle

Western molto molto classico, assai vecchio, ma che merita ancora di essere visto non fosse che per gli scenari di Almeria e per le prestazioni di Charles Bronson e Jack Palance.

Cowboys, indiani, cavalli e pistole. Film western americano a dir poco classico, quando il genere aveva ormai espresso tutto quello che poteva esprimere ed era stato definitivamente travolto dall’epopea di un certo Sergio Leone. Soltanto Sam Peckinpah, Clint Eastwood e pochi altri riusciranno a sfornare opere degne di una gloriosa cinematografia giunta al tramonto. Siamo nella prima metà degli anni ’70, il periodo in cui Michael Winner sforna i suoi titoli migliori. Basti pensare a “The mechanic” anch’esso del 1972, a “Scorpio” l’anno successivo e al primo “Giustiziere della notte” nel 1974. Charles Bronson è un attore con il quale Michael Winner sembra intendersi alla perfezione. Sa valorizzarlo al meglio, ne sfrutta il volto felino con abbondanza di primi piani, ne espone con grazia e vigore l’atletica corporatura. In tutto il film, Chato pronuncia non più di sette o otto frasi, gran parte delle quali in lingua apache. Si sa, Charles Bronson è stato un gigante del cinema, ma un gigante laconico, lapidario, consegnato all’immagine e poco propenso alle tirate o ai monologhi. Il personaggio di Armonica in “C’era una volta il West” gli è restato incollato addosso e non posso che rallegrarmene. In questo film ha per antagonista Jack Palance, altro volto scolpito e attore ieratico, ma impegnato in un ruolo più sfumato e complesso. Il “cattivo” iniziale cede il posto ad una figura con rigurgiti di umanità, capace di mettersi in crisi e contrastare la bestialità dei suoi uomini, assetati di sangue e vendetta. Gli attori che li interpretano sono il punto più debole del film e rispondono a clichés visti mille volte: violenti, ubriaconi, mano sulla pistola, sporchi e ottimi cavalieri (con i cavalli, intendo, perché le donne le violentano). In compenso, la fotografia e gli scenari teatro della vicenda sono splendidi. Il film è stato girato ad Almeria. E torniamo a Sergio Leone...

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