Regia di Michael Winner vedi scheda film
Un film violento sopra le righe che oggi definiremmo tarantiniano nella facilità degli eccessi verbali e fisici. Un western essenziale e diretto che non cerca nemmeno per un momento consolazione o tranquillità, tanta è la voglia dell'ex soldato sudista Jack Palance di azione che non esita un attimo a rimettersi la divisa grigia e mettersi alla testa dei cacciatori di Chato. Il rapporto tra preda e cacciatore è il film ma nel senso di rovesciare, mischiare e confondere i ruoli in un gioco prima divertente poi sempre più cupo. La preda diventa cacciatore non solo perchè deve vendicare la violenza subita dalla sua donna e la morte dell'indiano che viveva con lui, ma anche perchè saranno gli stessi cacciatori a diminuirsi tra di loro. I bianchi accettano senza riflettere di affrontare Chato sul suo terreno diventando così dei facili bersagli per l'apache. Un film dominato dall'istinto che sia la voglia morbosa di guerra dell'ex soldato sudista o l'istinto sessuale che appena vedi apparire una donna le salti addosso. Per gli altri vale l'istinto di sopravvivenza, partecipano alla caccia per dovere credendo di sbrigarsela in poco tempo e poter ritornare alle loro case di contadini. Non c'è spazio per il ragionamento quando si crede di poter risolvere tutto con la superiorità numerica e delle armi, se riflettiamo poi sul titolo originale ( Chato's land ) , su come l'apache riesce a ribaltare la sua posizione di inferiorità e su come i cacciatori interpretano bellicosamente la loro missione fino al punto di uccidersi tra loro per il comando non posso che pensare ad un regista che nella sua semplicità sta facendo un saggio sulla guerra, dove ognuno combatte per i suoi motivi e ogni posto è sbagliato per morire.
VOTO 7
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