Regia di Daniel Schmid vedi scheda film
Eccellente esempio di documentario "umanitario" da parte di Daniel Schmid (1941- ), importante esponente del cinema svizzero, collaboratore anche di R. W. Fassbinder, Il bacio di Tosca si potrebbe forse individuare come una specie di contraltare sonoro alla desolazione del Paese del silenzio e dell'oscurità di W. Herzog.
Nel film di Schmid entriamo tra le mura e i ricordi custoditi nella casa di riposo per musicisti di Milano, fondata niente di meno che da Giuseppe Verdi, che la definì la sua opera migliore, dono riservato ai musicisti "meno fortunati" di lui (ma vi si trovano anche grandi interpreti del palcoscenico lirico). Schmid si intromette con discrezione tra le attività quotidiane degli anziani artisti, coglie le conversazioni amichevoli, fa da tramite per le interviste, ma si fa ancor più discreto nelle esibizioni canore e nelle rievocazioni interpretative di brevi scene drammatiche, rese dai protagonisti con malinconia, ma anche con molta, deliziosa ironia. Sorprende così la calibrata alternanza di momenti dolcemente patetici ad altri che quasi sfiorano il comico o addirittura un pizzico di leggerissimo e bonario senso di "grottesco".
La vita nell'ombra che ha fatto seguito alle luci del palcoscenico, trova un nuovo spiraglio di luce, qualche costume viene rispolverato, le testimonianze continuano ad essere tramandate, i vocalizzi vengono còlti senza alcun timore per la voce decaduta, l'impaccio del fisico, le intonazioni spesso anche lontane dalla perfezione tecnica e le interpretazioni possono risultare datate all'orecchio odierno, ma la passione per la musica rinfocolata dal bacio di Tosca, resta intatta.
Disponibile su dvd EMI Classics. 8
Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini, soprattutto.
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