Regia di Carlo Ludovico Bragaglia vedi scheda film
Un garibaldino di Sicilia torna a casa, dopo aver contribuito all'unificazione italiana. Sulla strada incontra un emissario borbonico in possesso di importanti documenti. L'uomo, una volta riconosciuto, tenta la fuga e viene ucciso; il siciliano prende il suo posto per studiare i piani del nemico.
Age e Scarpelli: due firme in sceneggiatura che nobilitano questo lavoruccio a dire il vero modesto, a ogni modo diretto con sufficiente perizia dall'esperto Carlo Ludovico Bragaglia (classe 1894) e confezionato con altrettanto mestiere: fotografia di Mario Albertelli, montaggio di Renato Cinquini, colonna sonora di Alessandro Cicognini e scenografie di Gianni Polidori. Nonostante si spendano buonissimi nomi per il cast tecnico e così pure non manchino le attrattive in quello artistico (Massimo Girotti, Tamara Lees, Roldano Lupi, Umberto Spadaro, Arturo - fratello del regista - Bragaglia, Luciana Vedovelli e la piccolissima Paola Quattrini, ancora bambina), non si va di un passo oltre l'intrattenimento per famiglie, con azione, intrighi e buoni sentimenti, ma nessun tipo di concreto approfondimento storico. Il che è un peccato visto che l'idea di partenza - ambientare una sorta di cappa & spada nel meridione fresco di riunificazione italiana - era tutt'altro che scontata e, anzi, garantiva scenari e argomenti raramente trattati dal nostro cinema, pur essendo di primario interesse storico-sociale. L'intento del lavoro è invece quello di garantire avventura e spensieratezza per un'ora e venti minuti, con lieto fine di ordinanza: null'altro che un prodotto 'alimentare'. 3/10.
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