Regia di Atom Egoyan vedi scheda film
Andatura lenta, narrazione ipnotica, trama lambiccata, regia allusiva, tematiche complesse, fascino figurativo: un piccolo "classico" di fine millennio, memore della lezione di Lynch nell'affastellare personaggi surreali in una costruzione polifonica e rapsodica, dove i nodi vengono al pettine solo alla fine, lasciando comunque nello spettatore un che di ambiguo ed irrisolto. Dietro lo specchio di un film morboso e amorale, scorre una sincera vena di dolore, pietas e umanita'. La rielaborazione del lutto (tema cardine della filmografia di Egoyan) si dipana attraverso una vicenda dal taglio psicanalitico, che ha come perno la tematica del desiderio inappagato. Un film irrisolto, prolisso in certi punti, ma affascinante; un film a strati, di quelli che richiedono allo spettatore un certo sforzo per arrivare ad un nocciolo che spesso si rivela di una semplicita' genuina e disarmante.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta