Regia di Tonino Cervi vedi scheda film
Nella seconda metà degli anni '70 c'è un rigurgito quantitativamente significativo (e significativamente di qualità penosa) della commedia a episodi: basti pensare a titoli come Dove vai in vacanza?, I nuovi mostri, Signore e signori buonanotte, Quelle strane occasioni, Di che segno sei?. Sono inoltre gli anni in cui, allentatesi le maglie della censura, sesso e licenziosità varie approdano in maniera massiccia sul grande schermo; in questo contesto nasce Chi dice donna dice donna. Fragile nella sua struttura a sketch e per giunta intriso di una comicità nello stile delle barzellette hard da bar, il film di Tonino (figlio di Gino) Cervi finisce per sprecare il buon potenziale di un cast in cui i nomi interessanti non mancano: Gigi Proietti, Stephane Audran, Lea Massari, Janet Agren, Franco Citti, Aldo Giuffrè, Adriana Asti, Giovanna Ralli, solo per citare i principali interpreti. La mediocre sceneggiatura, che fa il paio con una colonna sonora poco ispirata di Piero Piccioni, è firmata dal regista con Cesare Frugoni e Leonardo Benvenuti; a nulla serve nel primo episodio appigliarsi esplicitamente a Bella di giorno di Bunuel (1967), poichè l'intento psicanalitico del regista spagnolo viene qui traviato in una farsetta sguaiata in salsa di corna trasgressiva il minimo sindacale per sembrare osè, ma fondamentalmente del tutto innocua. E anche il resto del film, se si eccettua forse l'episodio con protagonisti Proietti e la Massari travestiti (kitsch il delirante balletto nazi-trash), è su questa falsariga. 2/10.
Episodi sul sesso con protagonisti femminili: una donna si traveste da uomo e ha un figlio da un uomo che si traveste da donna; un'altra crea un bordello casalingo con un'amica: avranno come migliori clienti i loro stessi mariti; una sacerdotessa svedese sposa un emigrato italiano...
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