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La casa

Regia di Sam Raimi vedi scheda film

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La recensione su La casa

di chinaski
8 stelle

Sam Raimi, con questa sua opera prima, riporta il cinema alla propria originaria artigianalità. Il film, quindi, come prodotto costruito attraverso un lavoro manuale, ricco di invenzioni. Perché quando non si hanno soldi a sufficienza per girare, bisogna lasciarsi andare alle proprie idee. Sono quelle che ti fanno superare i problemi.
Raimi e il produttore girano il film a singhiozzi. Si preoccupano delle scene principali nella casa, poi le altre le girano dove capita. Nella casa però non c'è la cantina. Come location viene quindi scelta quella del produttore. Nella sua casa di famiglia.
Il film è innovatore in questo senso. Nel suo costruirsi attraverso una passione (per il cinema) e un desiderio (quello di girare un film). Anche gli effetti speciali sono artigianali. Ma non per questo riusciti male. Il sangue che sprizza, le risate stridule dei demoni, il volto sconvolto di Bruce Campbell sono sempre al limite tra orrore e parodia. Inquietanti sul serio sono le scene in cui la macchina da presa guarda affamata la casa e chi vi risiede. Lo spettatore è portato a far coincidere lo sguardo della macchina da presa con quello dell'entità demoniaca, anche se questa non viene mai mostrata. I demoni li vediamo solo quando si impossessano dei corpi dei ragazzi. Altrimenti coincidono con l' occhio della camera.
Le riprese sono basse. L’obiettivo si muove velocemente e senza un'apparente direzione lungo la terra del bosco. Spia i ragazzi. Passa attraverso porte e finestre. Questo elemento sembra particolarmente riuscito. Non mostrare l’orrore, lasciare che sia esso a guardare. Assumere il punto di vista del demone. Vedere cosa decide di fare.
Questo film dimostra come, in realtà, per girare un lungometraggio si possano anche avere pochi soldi. Ed è una lezione per tanto cinema horror contemporaneo, che anche con i più costosi effetti speciali non riesce a strappare un urlo.
Sam Raimi si inventa un nuovo modo di girare (usando il grandangolo e in questo modo aumentando in maniera innaturale lo spazio) e infila nel genere horror l'ironia. Che poi diventerà uno degli elementi che caratterizzeranno la sua evoluzione.
Da quando il cinema non mette più paura, in fondo, è meglio riderci sopra.

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