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Kodachrome

Regia di Mark Raso vedi scheda film

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Paul Hackett

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La recensione su Kodachrome

di Paul Hackett
6 stelle

Matt Ryder, manager (in crisi di risultati e a rischio licenziamento) di un'etichetta discografica, è costretto ad accompagnare il padre Ben, noto fografo e ormai malato terminale, con il quale ha un pessimo rapporto fin dall'infanzia, in una cittadina del Kansas nella quale sta per chiudere l'ultimo laboratorio in grado di sviluppare le famose pellicole invertibili Kodachrome. Nel corso del viaggio, inevitabilmente, verranno a galla vecchi rancori, si getteranno le basi per una pacificazione tra i due e forse scoccherà una scintilla tra Matt e la giovane infermiera del padre.

 

La fine di un'epoca (quella analogica) si confonde con la fine vita del co-protagonista, in un (blando) dramma familiare sulla difficoltà di essere felici e di trasmettere questa positività ai propri figli. La pellicola è ispirata ad un evento realmente accaduto e raccontato da un articolo del New York Times che è servito da spunto per la sceneggiatura di Jonathan Trooper. il film, prevedibilmente, miscela lacrime e sorrisi e può contare sulla straordinaria prova d'attore di un Ed Harris emaciato e sofferente, con Jason Sudeikis a fargli da degna spalla. Cast nell'insieme discreto, regia senza infamia e senza lode del carneade Mark Raso.

 

Guardabile 6/10.

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