Regia di Francesco Laudadio vedi scheda film
le intenzioni per una satira graffiante di una società allo sbando reggono fino ad un certo punto. La volgarità più che esibita (l'accusa principale al film) è statica, incapace di farsi davvero beffe dell'eleganza borghese in cui è immersa. Alla fine non è né carne e né pesce e la fotografia grigia risulta piatta e non squallida. E i colleghi maschi (da Ghini a Scarpati) sono peggio della Bellucci.
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