Regia di Carlo Lizzani vedi scheda film
È stato scritto che La casa del tappeto giallo è un film talmente modesto che può essere considerato un'autodichiarazione di modestia registica da parte di Lizzani, autore altrove di lavori di una certa ambizione. Ma si tratta anche di un tributo alla psicoanalisi, pagato anche da altri registi italiani e che lo stesso Lizzani pagherà nuovamente nel 1991 con Cattiva, lì con esplicito riferimento allo junghismo. E infine La casa del tappeto giallo può trovare un suo significato in un omaggio cinefilo del regista ad alcuni suoi grandi colleghi, attraverso gli attori: Erland Josephson, interprete di molte pellicole di Bergman, Beatrice Romand, lanciata da Rohmer e Milena Vukotic, scelta da Buñuel per un paio di suoi film degli anni Settanta.
Altri significati ad un film anche abbastanza noioso come questo non saprei trovarne.
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