Regia di Andrea Porporati vedi scheda film
La vera storia di Mirella Antonione Casale, insegnante e madre che si battè per cancellare le classi scolastiche differenziali composte solo da bambini handicappati, favorendo l'integrazione di questi ultimi nelle classi comuni.
Non sempre, ma talvolta la tv si ricorda di promuovere storie non solo degne di nota, ma anche portatrici di grandi morali, come è senza dubbio quella di Mirella Casale, la donna che combattè per integrare i bambini diversamente abili nelle comuni classi scolastiche. Nel caso specifico, La classe degli asini è una fiction Rai diretta da Andrea Porporati e scritta da Pietro Calderoni e Gualtiero Rosella, che racconta romanzando qua e là, come è nello stile delle produzioni del piccolo schermo, l'esemplare battaglia che la Casale portò avanti nella Torino della seconda parte degli anni Sessanta e dei primi Settanta. Nel 1977 la legge italiana le darà finalmente ragione, ma il dibattito era già aperto da tempo, come dimostra la sequenza sui titoli di coda tratta dal documentario televisivo I bambini e noi, che Luigi Comencini girò nel 1970 e che punta il dito proprio contro la ghettizzazione degli scolari handicappati. Va detto subito che La classe degli asini non fa nulla per sembrare meglio di ciò che è: dialoghi semplici, personaggi monodimensionali, toni blandi nel costante terrore di dire o fare qualcosa di politicamente scorretto; una confezione non particolarmente curata e un certo gusto per il patetico non squalificante di per sè, ma forse eccessivo dato il contesto narrativo. Bene gli interpreti (per la circostanza, si intende): Flavio Insinna è come sempre istrionico in un ruolo assolutamente a lui adatto; troviamo poi fra gli altri Vanessa Incontrada, Fabio Troiano e Aurora Giovinazzo. Giustamente nel finale viene ricordato il basilare operato dell'ANFFAS, della cui sezione torinese la Casale fu presidentessa. 3,5/10.
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